Gli Stati Uniti hanno sospeso per sei mesi i dazi del 25% nei confronti di sei paesi, compresa l'Italia, per concedere più tempo nel raggiungimento di un accordo sulla web tax. I dazi sarebbero dovuti scattare nei confronti di Italia, Austria, India, Spagna, Gran Bretagna e Turchia. Le tariffe avrebbero colpito beni italiani per 383 milioni di dollari.
Il motivo è che l'amministrazione Biden spera in un compromesso in seno al G7 e al G20 dove l'Italia è presidente di turno e dove sono in corso trattative per l'imposizione di una tassa minima globale per le multinazionali su proposta degli Stati Uniti e su cui c'è già stata una prima reazione postiva dei paesi europei.
Anche ieri l'Europa ha dato un segnale di dialogo. La Commissione Ue, spiega un portavoce "accoglie con favore la decisione" degli Stati Uniti di "sospendere l'applicazione delle tariffe fino a 180 giorni" per Austria, Italia e Spagna sulla digital tax. I "negoziati multilaterali" sul tema "in corso presso l'Ocse", sono "il luogo giusto per trovare una soluzione globale all'equa tassazione del settore digitale".
Secondo gli Stati Uniti, le web tax adottate dall'Italia e dagli altri Paesi sono discriminatorie nei confronti dei giganti del digitale come Google, Facebook, Apple e Amazon.