di Adriano Cisternino
Il pugilato? Non è uno sport per donne! Convinzione, usata ed abusata, che girava (e magari gira ancora...) con insistenza negli stessi ambienti pugilistici fino a non molti anni fa. La notizia fresca, invece, è che alle olimpiadi di Tokio il pugilato italiano, salvo ripescaggi (speranze per Clemente Russo e Salvatore Cavallaro), sarà rappresentato "esclusivamente" da pugili donne.
Ebbene sì, il responso delle preolimpiche di Parigi, dove si assegnavano gli ultimi pass europei per la imminente rassegna giapponese, ha mostrato disco verde per quattro ragazze nostrane: Giordana Sorrentino nei 51 chili, Irma Testa (57), Rebecca Nicoli (60) e Angela Carini (69).
Disco rosso invece per i maschi. L'ultimo ad arrendersi è stato l'irpino di origini tunisine Aziz Mouhiidine nei 91 chili, sconfitto 5-0 dal russo campione del mondo Gadzhimagomedov, nonostante si sia battuto orgogliosamente mettendo anche in difficoltà il titolato avversario.
Le statistiche raccontano che da Anversa 1920, anno della prima partecipazione olimpica del pugilato italiano (sei pugili in gara, Garzena bronzo nei piuma) l'Italia è stata sempre presente sul ring della più prestigiosa manifestazione polisportiva mondiale.
Da Rio 2016 non arrivarono medaglie, ma l'Italia dei pugni è stata in gara, sia in campo maschile che femminile, con Irma Testa, prima donna olimpica della storia dell'ancor giovane pugilato femminile italiano.
A Tokio 2021 potremo fare il tifo solo per le ragazze. Napoletane due su quattro, Irma Testa è di Torre Annunziata allieva del maestro Zurlo, Angela Carini, nata ad Afragola è cresciuta pugilisticamente a Piedimonte Matese sotto la guida del maestro Giuseppe Corbo.
Dall'Italia, dunque, niente maschi olimpici; solo donne nello sport ritenuto da molti solo maschile.