Compito di un quotidiano come il nostro, ma in generale di tutta la stampa, è quello di riportare all’attenzione della gente quello che accade, positivo o negativo che sia. Di certo il mancato invito da parte dell’ambasciatore Giovanni Iannuzzi a questo giornale in occasione della festa del 2 giugno è stata un’occasione mancata per un confronto sullo stato attuale delle cose, su cosa va e cosa non va.
Invece, si è preferito escluderci, forse anche perché noi non siamo semplici destinatari di… veline, ma andiamo a fondo sulle questioni. Senza se e senza ma. Come abbiamo fatto con la morte di Luca Ventre, avvenuta all’interno della stessa ambasciata, o come stiamo facendo con la Casa degli Italiani a Montevideo, dove abbiamo denunciato come al suo esterno la situazione stia precipitando tra sporcizia e incuria (ma sembra che a qualcuno non piaccia che si tratti questo tema).
‘La Gente d’Italia’ racconta i fatti, questo è il suo ruolo. Non siamo nati per fungere da ufficio stampa di questo o di quel potente, di raccontare mirabilie di tizio o caio quando poi la realtà dice ben altro. Insomma, raccontiamo le eccellenze, ma anche i problemi. Ovviamente, non siamo i depositari della verità. Ci mancherebbe altro. Per noi il giudice supremo è il Lettore che, dopo aver letto gli articoli, potrà farsi un’idea sullo stato delle cose. E finché ci sarà data la possibilità di fungere tra tramite tra la realtà e la gente, sarà sempre la vittoria della democrazia.
Ma torniamo alla festa del 2 giugno all’ambasciata: è stata anche un’occasione mancata per onorare proprio questa ricorrenza, dato che il piatto forte dell’appuntamento è stata la proclamazione di Montevideo capitale della cultura (pubblicato per volere dell’ambasciata con uno speciale di 16 pagine molto autoreferenziale, con poche notizie, in spagnolo e non in italiano). Peccato, perché le occasioni per trattare di questo argomento di certo non sarebbero mancate.
Invece ecco i rappresentanti della Camera mercantile (non riconosciuta neanche dal governo) e altri ospiti che hanno anche immortalato la giornata con foto e video. Beh, forse, una riunione sulla ‘cultura’ con gli amici sarebbe stata meglio fissarla in altra data. E magari sarebbe stato meglio inviare un messaggio di speranza alla collettività prostrata per questa maledetta pandemia....
Il 2 giugno con il 25 aprile sono le feste più importanti degli italiani, e non potendo per il Covid e per il secondo anno consecutivo celebrarle insieme alla Casa degli Italiani fa un certo effetto che siano passate sotto silenzio. Ma tant’è. Peccato. Perchè giustamente, Iannuzzi è alla sua prima esperienza da ambasciatore e su qualche aspetto, secondo noi, dovrà migliorare con il passare del tempo. Nessuno nasce ‘imparato’, si dice. Diciamo che di un ambasciatore stile ‘marchese del grillo’ però non si sente la necessità.
Peccato, il 2 giugno poteva essere l’occasione per confrontarsi, non chiudersi a riccio... Anche perché non sta bene chiedere - come è accaduto - di far pubblicare il giorno dopo un messaggio della esclusiva riunione, quasi fossimo i passacarte o gli analfabeti e stupidi scolaretti cui affidare il testo già confezionato.... Così come crediamo bisogna fare qualcosa sui servizi consolari perché tenere aperto e pagare ogni mese il fitto per l'ufficio di Avenida Brasil funzionante un solo giorno a settimana è un po' pochino, ben sapendo della gravità legata alla pandemia.
Bisogna trovare una soluzione perché la gente vuole quello che gli spetta, tra passaporti e cittadinanze. Per non dover più ricorrere come purtroppo sta accadendo alla magistratura italiana e quindi con notevoli esborsi per ottenere il giusto riconoscimento. (Ricordiamo che la legge n. 241 del 1990 - che ha radicalmente cambiato il volto della P.A. e le modalità di interazione con i cittadini - stabilisce in via generale che il procedimento amministrativo che s'inizia su richiesta del privato deve necessariamente concludersi entro 30 giorni. Ovviamente le singole leggi che regolano specifici procedimenti possono prevedere termini massimi diversi, comunque ed in linea di massima non superiori a 90 giorni... pena una denuncia per omissione di atti d'ufficio...)
Ovviamente non diamo tutte le colpe al solo Iannuzzi, ma al sistema in generale. Noi siamo qui, come sempre, per un confronto, anche con l’ambasciatore, perché non continui a seguire la linea del suo predecessore Gianni Piccato, molto restio al dibattito, ma pronto a inondarci di veline sui suoi… successi. Ribadendo che non essendo noi dei passacarte, questo tipo di rapporto non poteva andare bene allora non puó assolutamente andare bene oggi... Exempli gratia, non sunt iteranda in futuro (Esempio da non ripetere nel futuro) dicevano giustamente i nostri padri latini...
DALLA REDAZIONE