Gentile Direttore,
Abbiamo iniziato l'anno con la triste e sconvolgente notizia della morte del cittadino italiano Luca Ventre, entrato in territorio dell'Ambasciata scavalcando i cancelli.
Durante l'ultima assemblea plenaria del Comites l'Ambasciatore ci ha rassicurati che sia la giustizia uruguaiana che quella italiana stavano lavorando e che dovuto al segreto istruttorio non si potevano dare piú dettagli.
Le notizie riportate sul quotidiano Il Messaggero del 21 maggio u.s. trascrivono il risultato dell'esame autoptico richiesto dal Sostituto Procuratore del Tribunale di Roma Sergio Colaiocco e realizzato dal Medico Legale Prof. Giulio Sacchetti e indicano come causa della morte l’ asfissia meccanica e violenta che ha portato all’ ipossia cerebrale e conseguente morte per arresto cardiaco contraddicendo quanto detto dal medico legale uruguaiano.
Non stá a noi giudicare i motivi che hanno spinto Luca a scavalcare i cancelli dell’ Ambasciata. Purtroppo non lo potrá piú spiegare. Quello che sí possiamo fare come singoli cittadini e come collettivitá e chiedere alle nostre autoritá e tramite esse al Ministro degli Esteri Luigi Di Maio d’ intervenire affinché si facciano tutte le indagine che portino alla veritá su quanto é accaduto e si faccia giustizia.
Esprimiamo alla famiglia tutta la nostra solidarietá.
Cordiali saluti
Filomena Narducci - Massimo Crescentini - José Méndez
(Consiglieri Comites Montevideo)
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Egregi Consiglieri del Comites di Montevideo,
La notizia della morte di Luca Ventre ha di certo sconvolto l’intera comunità italica ed è indubbio che c’è la necessità di arrivare alla verità dei fatti affinché ognuno si prenda le proprie responsabilità dell’accaduto. Non solo il quotidiano ‘Il messaggero’, ma anche questo giornale nelle ultime settimane ha dedicato ampio spazio alla vicenda, intervistando il fratello di Luca e raccogliendo la ‘denuncia’ del Cgie che ha chiesto, anche con toni molto forti, alla Farnesina, di far luce su un episodio che meritava altra fine. E non potrebbe essere altrimenti, soprattutto per rispetto dei familiari del povero Ventre che ha commesso di certo l’imprudenza di scavalcare i cancelli per entrare in ambasciata. Ma nello stesso tempo mai avrebbe immaginato di morire asfissiato per colpa di un poliziotto che inoltre non doveva neanche trovarsi in quel preciso posto. Chiaro è che ‘La Gente d’Italia’ seguirà con grande attenzione l’evolversi delle due inchieste in corso, sia in Italia sia in Uruguay. Non conoscevamo Luca, ma è nostro dovere raccontare l’evolversi dei fatti. Per le indagini, aspettiamo i risultati di chi di dovere cominciando da un punto chiave di tutta l'inchiesta: chi ha dato l'ordine di far entrare il poliziotto uruguaiano che poi, secondo le ricostruzioni degli investigatori italiani avrebbe ucciso, soffocandolo il povero Luca Ventre? Proprio ieri il nostro prezioso collaboratore, l'avvocato Juan Raso dal 1976 al 2016 legale di fiducia dell' ambasciata d' Italia in Uruguay ha spiegato tecnicamente, su queste colonne l'inviolabilita delle sedi diplomatiche nel mondo....rimarcando "il divieto - riconosciuto dalle Convenzioni di Vienna -, fatto agli agenti dello Stato di residenza (in particolare le forze di polizia e le forze armate) di penetrare nei locali della missione diplomatica" salvo un "invito" specifico del Capo Missione ( nel caso specifico l'ambasciatore Iannuzzi) o di un suo delegato....( il primo segretario nonche anche responsabile unico dei contratti dell’Ambasciata con la società di vigilanza Alessandro Costa che è stato già interrogato dai magistrati come ha raccontato il fratello del povero Luca, Fabrizio Ventre).