di Paolo Valente Oliva
Le ultime elezioni in Perù hanno messo in evidenza il gran divario fra diversi settori della popolazione del Perù.
Gli ultimi 20 anni il Perù è cresciuto moltissimo in termini economici e di benessere adottando politiche economiche neoliberali che hanno permesso ad un parte importante della popolazione di migliorare le proprie condizioni di vita.
Ciò nonostante un classe politica corrotta e incapace non è riuscita a diminuire le enormi differenze che esistono fra le classi sociali e le zone geografiche del Perù. In poche parole l'oligarchia che da decenni governa il Perù si è allargata e alcuni strati di popolazione andine e suburbane sono riuscite grazie al commercio a crearsi una posizione agiata, ma una gran parte della popolazione suburbana e rurale (andina ed amazzonica) è rimasta nella miseria.
Un altro enorme problema è la mancanza di infrastruttura, un paese delle dimensioni del Perù ha una sola autostrada e le condizioni delle strade interne e delle vie di comunicazione in generale è disastrosa il che impedisce lo sviluppo economico dei produttori agricoli ed industriali più lontani dalla capitale, inoltre negli ultimi anni l'investimento nel settore della sanità ed educazione pubblica è stato molto al di sotto delle necessità demografiche peruviane. La precarietà del settore salute ed educazione sono state ancor più messe in evidenza con la pandemia del COVID19, con ospedali collassati ed un sistema scolastico incapace di dare educazione a distanza soprattutto in zone rurali andine e amazzoniche. Ed è proprio in questo mondo rurale e suburbano dove si è sviluppato il consenso a Pedro Castillo ed ancor di più il rifiuto del modello economico associato a Keiko Fujimori, un modello che come abbiamo detto ha escluso dal progresso e dal benessere settori importanti della società.
A tutto questo bisogna sommare anche fattori culturali di esclusione, la popolazione andina e amazzonica è riuscita ad inserirsi nei settori privilegiati dell'economia solo quando ha rinunciato almeno parzialmente ad alcuni caratteri della propria cultura ed identità. Di fatto in Perù esiste ancora un gran problema di discriminazione e razzismo interno, fattori che hanno generato negli ultimi anni un rancore generalizzato dei più poveri o esclusi nei confronti dei più ricchi che sono quasi sempre bianchi o meticci.
Il Perù ha bisogno di cambi e soprattutto ha bisogno di grandi investimenti in infrastruttura. La vittoria di Castillo, ormai quasi ufficiale, anche se per solo poche migliaia di voti di vantaggio, può essere una grande opportunità per instaurare politiche di inclusione e di sviluppo economico decentralizzato con l'obiettivo di beneficiare tutto il Perù e tutti peruviani, sviluppo che dovrebbe essere soprattutto con posti di lavoro legati alla grande infrastruttura: strade, dighe, ferrovie e porti; e all' infrastruttura sociale: ospedali, scuole, parchi e giardini affinché lo sviluppo economico possa crescere in parallelo al miglioramento immediato delle condizioni di vita dei peruviani diminuendo progressivamente il divario esistente fra poveri e ricchi, bianchi e non, abitanti della costa e delle Ande etc. etc.
Così come questa elezione porta grandi opportunità porta anche rischi notevoli. Castillo dovrà governare per tutti i peruviani e non solo per il 50% che lo ha eletto, dovrà fare grandi sforzi per evitare scontri sociali innecessari e trovare consensi, almeno programmatici, con la sinistra moderata ed il centro.
Inoltre le due principali preoccupazioni sono, da una parte, che per realizzare le sue promesse elettorali abbandoni la strada della democrazia portando il Perù sulla la pericolosa strada già percorsa dal Venezuela e, dall'altra, che invece di un processo di riforme e progetti che portino a creare posti di lavoro degni e produttivi possa iniziare a generare programmi di assistenzialismo estesi non solo alle popolazioni a rischio ma anche ad ampi strati della popolazione generando un effetto di rallentamento dell'economia e dello sviluppo del Paese.
Un altro fattore da considerare è la corruzione, diffusa trasversalmente in tutta la classe politica peruviana, all'interno del partito di Castillo ci sono numerosi condannati ed indagati per corruzione, sarà importante per Castillo isolare questi soggetti e sostenere una lotta frontale alla corruzione generalizzata per mantenere un buon sostegno popolare durante il suo governo, sostegno indispensabile per realizzare cambi significativi e rapidi.
Paolo Valente Oliva
Presidente Circolo Pd Perù