di Enrico Pirondini
Cavalca l’onda, Oplà, della nuova giravolta grillina! L’ennesima. Gli onorevoli non sono più “disonorevoli”. È l’ultima eresia dei Cinque Stelle, un calcio alla ortodossia di un tempo.
Conte non è il “rifondatore”, è solo uno che vuole occupare uno spazio per ritrovare la perduta, cara visibilità. Vedi il martedì a Napoli per Manfredi. “ Volevo tornare a contatto con la gente, è il sale della Politica”. Perché Giuseppi è stanco di rosicare.
Draghi (con Biden) che seppellisce l’era Trump e rilancia l’Alleanza Atlantica è un colpo troppo basso da digerire.
E si aggrappa ai fedelissimi e “meritevoli” con un’altra capriola che deroga al “doppio mandato “ soltanto per i big. Andiamo bene.
Parto da lontano ma faccio presto. Quando a Milano è nato il Movimento Cinque Stelle – era il 4 ottobre 2009 – è decollato un diluvio di populismo, euroscetticismo, decrescita felice, democrazia diretta, basta con i ladri nella vita pubblica, basta con gli incapaci, in galera tutti.
Vaffa qui, vaffa là. E sono arrivati i voti e i seggi: 162 alla Camera, 75 al Senato. Perbacco.
Oggi siamo allo scivolone, alla caduta con un paracadute sfilacciato. Secondo l’ultimo sondaggio IPSOS i Grillini sono addirittura giù dal podio. Cioè quarti. Primo il Pd, secondo Fratelli d’Italia, Lega terza. Secondo Pagnoncelli, il Pd sarebbe al comando col 20,8%. Tallona il partito di Giorgia Meloni con il 20,5%. Terza la Lega, ancora in calo (-0,4%), che si ferma al 20,1%.
Riuscirà Conte a risollevare i sondaggi? - Secondo il sondaggio settimanale della 7, la Lega sarebbe sempre il primo partito, seguito da FdI e dal Pd, ma per M5S il risultato non cambia, sempre quarti sono.
Il Pd , per la cronaca, mancava dal podio dei sondaggi da tre anni. Il M5S è crollato al 14,2%. Cresce invece Draghi di altri tre punti. E siamo ormai vicini al 70%. Esattamente al 68,8%. Conte è ancora davanti ma in calo dell’1,2%. L’ospitata dalla Lucia Annunziata , agli occhi dei Grillini ortodossi, è stato un autogol.
Conte – colpo di scena -ha riabilitato la parola Onorevole che, bontà sua, “ non è disonorevole “. Non è il suo contrario. Dunque una abiura volante. D’accordo. Una constatazione intelligente è sempre positiva.
In ogni caso “ meglio delle stupidaggini”, come chiosava l’imperturbabile Massimo Catalano, il re dell’ovvio, al cospetto di Renzo Arbore. Nella Raidue del 1985. Ai tempi di fra Antonino da Scasazza.
Se poi l’uscita di Conte la sommiamo al contrordine di Di Maio – il pentito del giustizialismo forcaiolo – che senza rossori, ha assicurato “ Mai più gogna, chiedo scusa”, la frittata è compiuta.
La giravolta impressa da Conte ai grillini- Ma il dietrofront di Conte – un passaggio ardito, dai famosi “cittadini portavoce“ al vecchio onorevole (punto di arrivo nella élite della Politica), ha consacrato la fine dei Cinque Stelle.
L’avventura è finita. Certo qui e là c’è ancora il vento primordiale, quello che cavalcava ( senza sella ) l’onda dei malpancisti. Dei megafoni della disilllusione, dei paladini della “ speranza che cambi qualcosa “, dei portatori del rancore e della indignazione.
Ma non è più il vento impetuoso che spingeva le barche verso la terra promessa. È un vento leggero, una brezza che spira dal mare delle illusioni, un refolo nostalgico, uno sbuffo residuo di disapprovazione tenace.
Ha promesso Conte anche nel corso della sua recente visita pastorale a Napoli: “ Il neo Movimento cambierà linguaggio”. Basterà?