Tutti e 4 i vaccini (Pfizer, Astrazeneca, Moderna e Johns & Johnson) sono efficaci e proteggono contro le varianti del Covid. “I primi studi affermano che il ciclo completo dei 4 vaccini già approvati rimane protettivo nei confronti di tutte le Voc, cioè le varianti che sono considerate più rischiose. Mentre diminuisce l’efficacia che si era evidenziata dopo la prima dose”. Lo sottolinea l’Istituto superiore di sanità (ISS), aggiornando le Faq sul proprio sito.
“Per quanto riguarda i farmaci in uso e in sperimentazione non ci sono ancora evidenze definitive in un senso o nell’altro”. Alcuni articoli, spiega Iss, indicano che alcuni monoclonali in sviluppo potrebbero perdere efficacia da soli, ma continuano a funzionare i mix di 2 anticorpi.
Intanto Pfizer e BioNTech hanno annunciato che nelle prossime settimane chiederanno alle autorità regolatorie, tra cui la Fda in Usa e l’Ema nella Ue, l’autorizzazione per la terza dose del vaccino anti Covid. La mossa arriva dopo i dati iniziali “incoraggianti” di un sperimentazione clinica, i quali hanno mostrato che una terza iniezione aumenta il livello degli anticorpi da 5 a 10 volte contro il ceppo originario e la variante Beta rispetto alle prime due dosi. Le case farmaceutiche prevedono di pubblicare presto altri dati definitivi.
Con la variante Delta il vaccino Pfizer perde di efficacia e invece che proteggere al 94% cala del 30% arrivando a una protezione del 64%. Una notizia che arriva dall’Israele, dove un nuovo monitoraggio ha evidenziato questo calo di protezione dal Covid. Potrebbe essere un qualcosa di allarmante, e sicuramente da alcuni verrà trattato e concepito come tale, ma in realtà non è così. Vediamo perché.
La perdita di efficacia del 30%, triplicata rispetto al 10% di giugno, non è una cosa da poco. Ma il vaccino contro il Covid non rende immuni al 100%. Ci sono tanti casi di persone risultate positive anche dopo essersi vaccinate. Però con gli anticorpi sviluppati dopo il vaccino, il Covid lo hanno avuto in forma lieve, quasi da asintomatici insomma.
E infatti pur non prevenendo i contagi, il vaccino continua a proteggere da ricoveri e morte. Ricordiamo che il compito del vaccino è proteggere dalle conseguenze dell’infezione da Covid, conseguenze gravissime e anche mortali. E questo compito il vaccino lo sta facendo. E’ questo il dato che conta.
Ma gli Usa dicono no
Le autorità sanitarie statunitensi Centers for Disease Control and Prevention e Food and Drug Administration ritengono che gli americani che hanno già ricevuto due dosi di vaccino non debbano sottoporsi ad una terza somministrazione, nonostante il diffondersi delle nuove varianti di Covid-19. “Gli americani che sono stati completamente vaccinati non hanno bisogno di una dose di richiamo in questo momento”, si legge in una dichiarazione congiunta diffusa poco dopo che Pfizer e BioNTech hanno annunciato l’intenzione di richiedere l’autorizzazione della FDA per una terza dose del loro vaccino COVID-19. Lo riferisce la Npr sul suo sito.
Pfizer, infatti, aveva annunciato di voler chiedere l’autorizzazione alle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti nelle prossime settimane per distribuire una dose di richiamo del suo vaccino contro il Covid 19, per aumentare la protezione considerato l’incremento di nuovi ceppi di virus.
In un comunicato, l’azienda farmaceutica ha spiegato che esistono “dati incoraggianti”, che saranno resi pubblici nelle prossime settimane, sulla dose supplementare del vaccino, che aumenterebbe il livello di anticorpi da cinque a dieci volti se somministrata sei mesi dopo la seconda dose. “Pfizer-Biontech ritiene che una terza dose potrebbe essere di beneficio entro i 6-12 mesi successivi alla seconda dose per mantenere livelli più alti di protezione”, si legge nella nota.
Pfizer prevede, inoltre, di avviare nel mese di agosto studi clinici per una versione aggiornata del suo vaccino, che proteggerebbe meglio dalla variante Delta.