di Matteo Forciniti
C’è un clima di grande attesa in Uruguay, da Montevideo all’interno, dove la nazionale italiana raccoglie da sempre affetto e simpatia. La finale degli Europei di calcio contro l’Inghilterra sarà un’occasione speciale per rafforzare quel legame indissolubile che unisce queste due nazioni accomunate da storia, tradizioni e una cultura calcistica profondamente simile. Con la Celeste rimasta fuori dalla Coppa America, all’Italia di Mancini sarà affidato il compito di regalare quelle emozioni che mancano ormai da troppo tempo.
Inutile dirlo, il tifo per la sfida di Wembley sarà indirizzato a furor di popolo verso gli azzurri in un entusiasmo che accomuna emigrati di ieri e di oggi, discendenti e più in generale uruguayos grandi cultori della materia che rivendicano il loro glorioso passato contro la spocchiosità britannica perché, come recita un famoso detto popolare, se l’Inghilterra è la madre del calcio l’Uruguay è il padre. Restando in tema, questo sarà un aspetto centrale nel modo in cui si vivrà la partita perché -neanche a farlo a posta- questa domenica qui sarà il día del padre, ovvero la festa del papà che sarà la scusa perfetta per riunire la famiglia davanti al televisore dopo il pranzo dato che la situazione sanitaria del paese non consente ancora grandi riunioni e maxischermi.
Un aspetto da segnalare sono i diritti televisivi di questi Europei che in Uruguay vengono trasmessi esclusivamente dalla televisione via cavo Direct Tv e ciò potrebbe rappresentare un fattore limitate nella diffusione della finale. In ogni caso tutti si stanno cercando di organizzare, l’entusiasmo è alle stelle in attesa del trionfo.
“Siamo ansiosi, a casa è già tutto pronto, asado e televisione gigante per goderci lo spettacolo. 2 a 0 per noi, ne siamo convinti” prevede Eugenio Nocito, calabrese di Altomonte (Cosenza). “La nazionale riesce a trasmetterci un’allegria incredibile facendo riunire amici e familiari. Siamo tutti uniti nel tifo e nella passione, è il nostro sangue, sono le nostre origini. Questa squadra ci sta regalando grandi momenti di felicità, il popolo ne aveva bisogno in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo”.
“Sul balcone la bandiera è già stesa, adesso vogliamo festeggiare”. C’è grande attesa anche a casa di Renato Azzoni, cremonese, ex dirigente dello Sportivo Italiano e dell’Associazione Lombarda che parla apertamente di un miracolo nell’analizzare la traiettoria degli azzurri nel torneo: “L’Italia era partita abbastanza sottovalutata. Questa è una squadra che non ha delle individualità eccezionali eppure riesce a funzionare benissimo a livello collettivo con un grande spirito di gruppo. Il merito indubbiamente è di Mancini che è riuscito a trasformare tutto portando di nuovo ottimismo e speranza. Quello che stiamo vivendo è un miracolo, un risorgimento della nostra nazionale dopo le delusioni degli ultimi anni. Prevedo una nostra vittoria per 1 a 0 oppure di nuovo ai rigori”.
“Orgoglioso di essere italiano” ripete euforicamente Roque Pascale, di Satriano di Lucania, che ha sofferto l’ultima partita su WhatsApp e promette di ripetere l’esperienza che ha portato fortuna: “Finalmente abbiamo rivisto una squadra agguerrita e forte in grado di tornare a vincere dopo tanto tempo. Anche se sono gli inventori del calcio, a noi gli inglesi non ci piacciono per niente, andremo a casa loro a conquistare la coppa. Io ripeterò quanto ho fatto l’ultima volta vedendo la partita attraverso una videochiamata fatta con mio fratello che vive a Parigi. È stato stupendo, speriamo di ripeterci”.
Seguono la nazionale con grande passione anche i figli degli emigrati come il caso di Gianfranco Adamo, giornalista sportivo e conduttore del programma radiofonico “La Voce dei Calabresi”: “Vedrò la partita insieme ad altri tre amici figli di italiani come abbiamo fatto le altre volte, dobbiamo seguire la scaramanzia. Noi italouruguaiani abbiamo una doppia sensazione dato che abbiamo bisogno di un trionfo azzurro a livello continentale dato che non l’abbiamo mai visto. Abbiamo visto i Mondiali dell’Italia e le coppe America dell’Uruguay ma questa volta vogliamo l’Europeo”. “Sarà difficile” -prosegue Adamo- “gli inglesi giocano in casa e hanno avuto anche dei favori per arrivare in finale ma io ho fiducia nella nostra nazionale perché è in grado di tirar fuori il meglio nelle difficoltà”.
Tanto entusiasmo si registra anche nell’interno del paese come testimonia Paysandú dove vive Flavio Fuccaro, figlio di un emigrato friulano tra i fondatori del Centro Culturale Italiano: “Per molti di noi sarà il primo incontro dopo un lungo periodo e speriamo di rivedere l’Italia campione come in passato, come i tanti piacevoli ricordi che conserviamo con affetto. Negli ultimi anni ci sono state grosse delusioni per la nostra nazionale, non essere riusciti ad andare agli ultimi Mondiali è stata una pagina molto dolorosa ma adesso siamo tornati grandi ed è questo ciò che conta. Siamo sulla strada giusta, il cambiamento che tanto desideravamo finalmente è arrivato e adesso bisogna completare l’opera”.
Come per i più anziani, anche per i nuovi emigrati in Uruguay il calcio continua ad essere una fiera identità, un appuntamento irrinunciabile per una passione intramontabile. “Gli inglesi hanno una paura folle di noi, come i tedeschi nel 2006” sostiene il savonese Roberto Casaccia. “Guarderò la partita con un amico italiano, sono fiducioso, vinciamo 3a1. Il grande artefice di questa nazionale è il commissario tecnico Mancini che ha dimostrato di essere il numero 1, ci affidiamo a lui per la vittoria”.
“Ovviamente tutta la giornata si organizzerà intorno alla partita, siamo in grande attesa” dice Roberto Simonato di Torino. “Non so ancora se la vedrò con amici o a casa solo con i figli dato che abbiamo la festa del papà. Sarà dura in casa dell’Inghilterra che a tutto a favore ma sono ottimista, vinciamo noi 2-0. Forza Italia!”.