DI MARCO FERRARI
Effetto pandemia al rovescio sull'editoria italiana: "Il libro è vivo e vegeto" ha affermato Ricardo Franco Levi, nativo di Montevideo, presidente dell'Aie, l'associazione italiana editori, al termine della presentazione dei dati sul settore nei primi sei mesi del 2021. Sono dati positivi, non solo rispetto a un anno anomalo come il 2020, con chiusura delle librerie durante il primo lockdown e blocco delle uscite delle novità, ma rispetto a un anno "normale" come il 2019. Le librerie online, che rappresentavano il 27% nel 2019 e il 43% nel 2020, raggiungono il 47% nel primo semestre dell'anno. Le librerie indipendenti, maggiormente presenti nelle periferie e nei piccoli centri, passano dal 22% di fine 2019 al 18% di fine 2020 e, quindi, al 16% di fine marzo. Le librerie di catena, generalmente penalizzate dall'essere soprattutto presenti nei centri cittadini, nelle stazioni, negli aeroporti e nei centri commerciali, sono passate dal 44% del 2019 al 33% nel 2020 al 34% nei primi tre mesi di quest'anno. La grande distribuzione è passata dal 7% del 2019 al 6% del 2020 fino al 5% del primo trimestre 2021. Gli editori, per tentare di sbarrare la strada ad Amazon, sono riusciti ad azzerare lo sconto sui libri (5% massimo, salvo eccezioni limitate).
Qual è la situazione? Vediamo come stanno le cose da un comunicato stampa dell'AIE, l'associazione degli editori italiani. "Secondo l'analisi dell'ufficio studi dell'Aie su dati Nielsen, nel periodo di riferimento (4 gennaio-20 giugno) sono stati venduti nei canali cosiddetti trade (ovvero nelle librerie, online e fisiche, e nella grande distribuzione, escludendo la scolastica, gli ebook e gli audiolibri) ben 15 milioni di copie di libri a stampa in più (+44%) rispetto al 2020. Ancor più importante è la crescita rispetto al 2019: si sono venduti 11 milioni di copie di libri in più (+31%). Le vendite hanno generato per la filiera oltre 207 milioni di euro in più rispetto al 2020 (+42%) e 156 milioni in più rispetto al 2019 (+28%), portando il mercato del libro di questi primi sei mesi a un valore complessivo di 698 milioni di euro". Dunque, gli italiani hanno ripreso, complice anche la pandemia, a leggere e soprattutto ad acquistare libri: legge più di prima il 31% dei lettori e compra più di prima il 25% degli acquirenti, mentre solo il 13% dichiara di leggere o acquistare meno.
"I risultati che stiamo vedendo non sono affatto casuali" ha spiegato Levi. "Premiano l'impegno degli editori e di tutti gli altri soggetti della filiera del libro che hanno continuato a investire e a innovare anche nei mesi più difficili della pandemia e premiano governo e parlamento che hanno salvaguardato il settore, in primis consentendo l'apertura delle librerie durante i periodi di lockdown e quindi varando importanti misure di sostegno alla domanda i cui effetti virtuosi sono adesso sotto gli occhi di tutti" ha sostenuto il presidente dell'associazione degli editori italiani. In questo periodo si è ridotta la pioggia di titoli a vantaggio di un settore che è rimasto vivo rispetto ad altri (cinema, spettacoli, musei ecc.) che hanno subito pesanti restrizioni a causa del Covid. Ad esempio, nei primi due mesi dell'anno nelle librerie sono stati spesi in libreria 75 milioni di euro in più rispetto all'anno precedente. Ma, inutile dirlo, sono le vendite on line a farla da padrone occupando quasi la metà del mercato, il 47%, a quota 327,9milioni di euro nel 2021 rispetto ai 184,6 milioni del 2019. Cala invece la quota di mercato della grande distribuzione organizzata, un calo che Gianni Peresson, direttore ufficio studi dell'Aie, precisa essere ormai "strutturale", essendo cominciato non solo prima della pandemia, ma anche prima del 2019.
Ma quali sono i generi che vanno per la maggiore? Nella prima parte dell'anno "domestico" hanno dominato i libri su giochi e tempo libero, che quadruplicano le vendite (+302%). Non se la cavano male neppure i fumetti, manga e graphic novel (+214%), la saggistica, soprattutto nell'anno del settecentenario dantesco e le biografie che registrano un dignitoso più 85%. Positivo il giudizio del Ministro della Cultura Dario Franceschini: "Contrariamente a quanto avvenuto in altri paesi europei, in Italia, nella fase più acuta della pandemia, le persone hanno riscoperto la lettura e i dati confermano che c'è ancora spazio per crescere. Il ministero non ha fatto mancare il suo impegno a favore del settore editoriale con una serie di misure straordinarie di sostegno e un'attenta politica di ristori. Tra le norme varate, quella più significativa è stata la decisione di tenere aperte le librerie anche nelle zone rosse, riconoscendone così il valore sociale. Fondamentale anche la norma che obbliga le biblioteche ad acquistare i libri nelle librerie del territorio".