“I deputati (europei, ndr) deplorano gli effetti della violenza del partner intimo su donne e bambini – si legge in una nota del Parlamento europeo – che si è aggravata durante la crisi Covid-19. In un progetto di relazione, adottato martedì con 43 voti a favore, 3 contrari e 4 astensioni dalla Commissione giuridica e dalla Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere, i deputati condannano nel modo più forte possibile tutte le forme di violenza di genere, la violenza domestica e la violenza contro le donne. Le chiusure e le misure di allontanamento sociale hanno portato a un’impennata dei casi di violenza da parte del partner intimo e hanno reso più difficile per le donne e i bambini l’accesso alla protezione, ai servizi di sostegno e alla giustizia, dicono i deputati. Chiedono agli Stati membri di affrontare urgentemente questo fenomeno e di sostenere le vittime di violenza di genere e domestica, in particolare garantendo loro sicurezza e indipendenza economica attraverso l’accesso a specifici alloggi, servizi sanitari, trasporti e sostegno psicologico. La Commissione e il Consiglio dovrebbero anche aggiungere la ‘violenza di genere’ alle aree di reato elencate all’articolo 83 del Tfue”.
La nota è stata rilanciata dall’europarlamentare del Ppe Luisa Regimenti. “Diritti di custodia e interesse superiore del bambino. La bozza di testo – prosegue il comunicato – sottolinea che le cause e le richieste di custodia condivisa sono spesso usate per controllare e minacciare le vittime, e sono un’altra forma di violenza di genere. Non affrontare la violenza del partner intimo nei diritti di custodia è quindi una violazione per negligenza del diritto umano alla vita e al sano sviluppo di donne e bambini. I deputati sottolineano che quando si stabiliscono gli accordi per i diritti di custodia e di visita, la protezione delle donne e dei bambini dalla violenza e l’interesse superiore del bambino devono essere prioritari. Il bambino deve avere l’opportunità di essere ascoltato, e nei casi in cui si sospetta una violenza da parte del partner intimo, le udienze devono essere condotte in un ambiente a misura di bambino”. A proposito della formazione dei professionisti, le commissioni invitano l’Ue e gli Stati membri a sviluppare e finanziare una formazione obbligatoria mirata per i professionisti che si occupano di casi di violenza di genere, abusi sui minori e violenza domestica. La formazione dovrebbe essere mirata a migliorare la conoscenza delle misure di protezione e dei bisogni delle vittime, a individuare i segnali di abuso e a fornire le competenze per comunicare meglio con le vittime e sostenerle. Gli Stati membri dovrebbero anche assicurare che la polizia e i servizi giudiziari siano adeguatamente finanziati, formati e pronti a gestire le denunce di sostegno adeguato alle vittime.
I deputati esprimono profonda preoccupazione per il numero allarmante di femminicidi in Europa ed esortano gli Stati membri a garantire un’adeguata protezione legale, audizioni efficaci, ordini restrittivi, rifugi, consulenza e sostegno finanziario per le donne vittime di violenza domestica. La Commissione e gli stati membri dovrebbero quindi combattere gli stereotipi di genere, promuovere l’uguaglianza di genere nelle responsabilità parentali e sensibilizzare l’opinione pubblica europea per la creazione di un clima di tolleranza zero verso la violenza. Il progetto di relazione sarà sottoposto al voto della plenaria dopo la pausa estiva. L’Onorevole Luisa Regimenti (Ppe, It) ha detto: “La violenza da partner è un problema diffuso che causa innumerevoli traumi alle vittime. Le donne e i bambini sono statisticamente i più colpiti. Sono orgogliosa dell’importante risultato raggiunto oggi dalle nostre commissioni. Una risposta congiunta è essenziale, attraverso lo scambio delle migliori pratiche e l’identificazione delle lacune normative. Sono sicura che questa relazione, che ha visto la partecipazione attiva di tutti i gruppi parlamentari, possa essere di fondamentale importanza per guidare la risposta europea per la protezione delle donne e dei bambini”.
La correlatrice Elena Kountoura (La Sinistra, EL) ha detto: “Con questa relazione, chiediamo agli Stati membri di garantire che la protezione delle donne e dei bambini dalla violenza e che l’interesse superiore del bambino sia fondamentale e abbia la precedenza su altri criteri quando si stabiliscono gli accordi per l’assegnazione della custodia, il diritto di accesso e di visita. La violenza del partner intimo è chiaramente incompatibile con l’interesse superiore del bambino e con l’affidamento e la cura condivisi. Le decisioni sull’affidamento dovrebbero quindi essere rimandate fino a quando la violenza del partner sia stata adeguatamente investigata e sia stata condotta una valutazione del rischio. I casi di custodia dovrebbero essere giudicati da tribunali e giudici specializzati, con il supporto di scienziati esperti”. Si stima che il 22 per cento delle donne abbia subito violenza fisica e/o sessuale e il 43 per cento abbia subito violenza psicologica da parte del partner, e che donne e bambini siano colpiti in modo sproporzionato. Secondo un’indagine dell’Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali, le vittime denunciano gli episodi più gravi di violenza da parte del partner alla polizia solo nel 14 per cento dei casi, mentre due terzi delle donne vittime non denunciano sistematicamente alle autorità, per paura o per mancanza di informazioni, o per la convinzione generale che la violenza da parte del partner sia una questione privata.