I quaderni di Enrico Fermi e gli strumenti di Guglielmo Marconi, i primi contatori Geiger e fossili rari: Roma è ricca di tesori scientifici nascosti che l'Accademia dei Lincei adesso è decisa a portare alla luce, lanciando l'appello per realizzare il Museo della Scienza di Roma. Per questo la Commissione per i Musei Naturalistici e i Musei della Scienza dell'accademia scientifica più antica del mondo ha scritto una lettera aperta alle candidate e ai candidati alla carica di sindaco di Roma Capitale.
Roma ha bisogno di un museo della Scienza per portare alla luce collezioni uniche e preziose, ma nascoste da decenni: "potrebbero costituire - si legge nella lettera - il volano per pensare la Roma del futuro e rappresentare la base di partenza per la realizzazione di una proposta innovativa e di prim'ordine, competitiva rispetto alle realtà di Londra, di Vienna, di Parigi, di New York o di Tokyo".
All'appello dei Lincei si è unita immediatamente l'Università Sapienza di Roma, i cui musei scientifici e naturalistici disseminati nei dipartimenti sono un'autentica ricchezza: "sul piano culturale e della divulgazione scientifica" rappresentano "una risorsa, in alcuni casi plurisecolare", ha scritto l'università, ed è "strategico - ha aggiunto - che queste realtà interne all'ateneo vengano messe in sinergia con altre realtà museali a carattere scientifico-naturalistico della città".
Del Museo della Scienza di Roma si parla ormai almeno dalla fine dell'Ottocento, e "sorprende che Roma non abbia un museo della scienza, quanto tutte le metropoli mondiali", ha detto all'ANSA uno dei promotori dell'iniziativa, il fisico Carlo Di Castro. Il Museo della Scienza, ha aggiunto "dovrà essere un laboratorio di formazione per i giovani, un luogo in cui si apprende il metodo scientifico". Senza contare il fatto che "un Museo della Scienza a Roma ha un significato enorme: la scienza a Roma è sempre stata fatta, anche se in modo ancillare rispetto alla parte umanistica, specialmente dopo che Federico Enriquez ha perso la battaglia contro Giovanni Gentile". Roma, ha aggiunto Di Castro, "ha un numero enorme di centri di ricerca ed è ricca di reperti scientifici eccezionali", ma è difficile conoscerli: in molti casi non si sa come siano immagazzinati né se ci sia un catalogo.
Dall'ex Mattatoio all'area dell'ex Gazometro all'Ostiense, da uno spazio tra il Lungotevere e via Giulia oggi adibito a parcheggio, per finire con gli edifici di origine militare di Via Guido Reni di fronte al MAXXI: per decenni si sono susseguiti i progetti per un Museo della Scienza a Roma, tutti conclusi con un nulla di fatto. Al punto che, si legge nella lettera dei Lincei, nel tempo "si è favorita la tendenza a ignorare che nella città di Roma esiste un caleidoscopio di risorse scientifiche, che risulta straordinario nello scenario europeo". Si ignora cioè, prosegue la Commissione dei Lincei, che a Roma di fatto esiste "una Città della Scienza in larga parte occulta, soffocata dal formidabile repertorio di impianto umanistico di cui la città dispone, invece di costituire un tutt'uno con esso".