Una volta c’era la pandemia da Covid. Riguardava tutti, nessuno escluso, anche se il rischio di malattia grave era differente per ciascuno. Sarebbe bello scrivere “ora la pandemia non c’è” più, ma non è così. Quello che sembra, invece, è che ora le pandemie sono due: quella dei vaccinati, tutto sommato - almeno per il momento - gestibile. E quella dei non vaccinati, più difficile da tenere sotto controllo, oltre che potenzialmente molto dannosa per la collettività. E se la differenza di rischi per gli immunizzati e i refrattari al farmaco anti Covid è già abissale, tra non molto potrebbe essere diversa anche la vita quotidiana tra chi ha scelto di vaccinarsi e chi non lo ha fatto. In Francia già Macron ha annunciato che senza aver ricevuto le due dosi non si potrà prendere un treno, né andare al ristorante o al cinema, al teatro, allo stadio. La mossa del presidente francese si è rivelata efficace, perché anche i più restii hanno fatto la corsa per prenotare la loro dose: numeri mica da poco, due milioni di click in due giorni. In Italia il governo studia una via tutta nostra per estendere l’efficacia del Green pass. Non si arriverà quasi certamente all’estremo francese, ma il quotidiano per vaccinati e non sarà diverso anche qui. Se questo provvedimento, contro il quale già stanno arrivando le prime rimostranze, incentiverà le vaccinazioni è tutto da vedere. Più chiari invece sono gli effetti di quella che Rochelle Walensky, direttrice dei Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie statunitensi, ha definito “la pandemia dei non vaccinati”.
Ovunque si vada, lo dicono i dati: i vaccini funzionano, anche contro la variante Delta. Schermano dal contagio in molti casi, ma anche quando un vaccinato dovesse contagiarsi, è - salvo bassissime percentuali - al sicuro dall’aggravarsi della malattia, e quindi dal ricovero e dalla morte.
In Italia l’incremento dei contagi da variante Delta ha iniziato a essere più incisivo negli ultimi giorni, quindi per fare delle valutazioni complessive bisognerà aspettare ancora qualche settimana. I dati diffusi dall’Iss di recente, però, ci dicono essenzialmente due cose: l’età media dei contagiati è bassa, 28 anni, e nella maggior parte dei casi si tratta di asintomatici (che, però, lo ricordiamo se ce ne fosse ancora bisogno, possono comunque contagiare, a maggior ragione se hanno contratto a variante Delta, molto più infettiva delle mutazioni precedenti). Ma il dato più rilevante è fornito dalle tabelle che illustrano le ospedalizzazioni, i ricoveri in terapia intensiva e le morti in rapporto alle vaccinazioni.
Anche i vaccinati possono contagiarsi, anche se in percentuali basse, ma che decorso ha la malattia per loro? Bene, le tabelle Iss ci mostrano che il rischio di aggravarsi per un vaccinato è davvero residuale e si abbassa quanto più scende l’età del contagiato, fino ad arrivare allo 0% per i più giovani.
Vaccinarsi, insomma, lo dicono i numeri, fa bene al singolo e alla collettività. Al singolo perché scongiura il rischio di malattia grave e - con l’estensione dell’utilizzo del green pass - consente di tornare alla socialità in maniere serena. Alla collettività perché, gli esperti lo stanno ripetendo fino alla nausea, prima si arriva all’immunità di gregge e prima riusciremo a lasciarci alle spalle il Covid. Scongiurando il rischio di varianti più pericolose che buchino i vaccini.
Se i dati italiani non bastano, è sufficiente lanciare uno sguardo a quello che succede altrove. In Gran Bretagna, dove la variante Delta corre, in maniera preoccupante, da settimane - al punto che ieri sono stati raggiunti 51.870 nuovi casi in un giorno - i ricoveri e i decessi registrano aumenti molto contenuti, grazie all’alto tasso di vaccinazione. “La maggior parte delle persone che necessitano di cure ospedaliere per il Covid non sono state vaccinate per vari motivi. Stiamo vedendo alcuni giovani pazienti precedentemente sani con la malattia”, ha scritto su Twitter Rupert Pearse, medico in terapia intensiva, condividendo un articolo della Bbc sul rischio di danni da Covid a lungo termine anche per i pazienti più giovani. Su Londra resta l’incognita riaperture totali della settimana prossima, considerate da alcuni esperti “un rischio per il mondo”. L’efficacia dei vaccini registrata Oltremanica, però, consente di usare un minimo di ottimismo. Nella speranza che la libera circolazione del virus non comporti la comparsa di nuove varianti.
Numeri estremamente chiari arrivano dagli Stati Uniti, dove, ha spiegato Rochelle Walensky, il 97% delle persone che entrano in ospedale non è vaccinata e gli incrementi maggiori di casi si registrano negli stati in cui il tasso di immunizzazione è più basso. “La buona notizia è che se sei completamente vaccinato, sei protetto contro le conseguenze gravi del Covid, il ricovero in ospedale e la morte, e sei persino protetto contro le varianti note che circolano nel Paese. Se non sei vaccinato, invece, rimani a rischio. E la nostra più grande preoccupazione è che continueremo a vedere casi che avrebbero potuto essere evitati, ricoveri e, purtroppo, morti tra i non vaccinati”. Un rischio che riguarda gli Stati Uniti, ma anche il mondo intero. Dove la frattura tra chi ha scelto di immunizzarsi e chi non lo ha fatto potrebbe allargarsi via via nelle prossime settimane. Con il rischio che, nonostante l’estensione del green pass e la protezione di cui i vaccinati godono, le scelte di chi rifiuta l’antidoto al Covid ricadano su tutti.