Esordio col botto per Giuseppe Conte a palazzo Chigi dove ieri, l'avvocato pugliese, si è presentato, per la prima volta, da leader del M5S, per un incontro con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Al centro del dibattito, insieme all'emergenza Covid ed all'ambiente, il tema della Giustizia, con la riforma del processo penale promossa dal guardasigilli Cartabia che incombe.
Il nostro “sarà un approccio costruttivo per migliorare il testo”, ha garantito il professore assicurando di non aver parlato della possibilità che l'esecutivo blindi il testo ponendo la questione di fiducia. Certo, ha aggiunto, "mettiamo da parte le bandierine, le ideologie". Però, “bisogna rimanere vigile per evitare rischi di creare sacche di impunità".
Insomma, quasi un “disgelo” rispetto alle posizioni oltranziste di qualche giorno fa, quando Conte si era arroccato a difesa della precedente riforma Bonafede. Tanto è vero che da Palazzo Chigi trapela che sì, qualche aggiustamento tecnico ci sarà ma senza stravolgimenti del testo. Di tutt'altro avviso Matteo Salvini il quale, all'opposto, ha puntellato la Cartabia: "non si tocca neanche una virgola".
A peggiorare il quadro, ecco arrivare l’agitazione della base del Movimento: "Conte ci ascolti, siamo pronti a scendere in piazza" hanno sbottato gli attivisti grillini che, tramite la consigliera 5Stelle in Regione Lazio Francesca De Vito, hanno annunciato una manifestazione per chiedere di non retrocedere sulla prescrizione e sui punti chiave della riforma Bonafede.