La lista delle pubblicazioni realizzate da diplomatici italiani si arricchisce del primo fumetto. Si tratta dell'originale volumetto "Italiani nella Repubblica Dominicana. Storia e avventure di vecchi amici", editore Allemandi, 2021, curato da Andrea Canepari, ambasciatore d'Italia nella Repubblica Dominicana. La pubblicazione deriva dal libro recentemente segnalato, dal titolo "L'eredità italiana nella Repubblica Dominicana: Storia, Architettura, Economia e Società" (Umberto Allemandi, 2021), che illustra le vicende e le imprese di italiani che sono diventati protagonisti della storia e della fortuna di Santo Domingo.Il fumetto, stampato in spagnolo, è stato diffuso nelle scuole della Repubblica Dominicana e distribuito come supplemento del più famoso giornale locale, riscuotendo notevole interesse e successo.
I fumetti sono stati finanziati dall'Accordo bilaterale di cooperazione culturale e scientifica messi a disposizione dalla Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale. Non perde nulla in accuratezza storica e attenzione ai dettagli pur nel linguaggio sintetico dei fumetti, il graphic novel Italiani nella Repubblica Dominicana. Storie e avventure di vecchi amici si rivolge a un pubblico giovane bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie, per ricordare quante strette e antiche siano le relazioni di amicizia e di collaborazione dei due Paesi. In otto storie, sceneggiate da Beppe Ramello e splendidamente disegnate da Bruno Olivieri, sfilano personaggi emblematici delle relazioni tra i due Paesi. A partire dallo «scopritore», Cristoforo Colombo, di cui sono ripercorsi i travagliati tentativi di raggiungere l'isola, seguito da Alessandro Geraldini, umbro di Amelia, che sostenne l'impresa colombiana e divenuto nel 1519 il primo Vescovo residente nel Nuovo Mondo, a Santo Domingo, denunciò gli abusi degli Spagnoli nei confronti delle popolazioni indigene e promosse la costruzione della prima Cattedrale d'America. Con un balzo di oltre tre secoli l'attenzione si sposta sul sacerdote piemontese Francesco Fantino (1867-1939), ricordato per le molteplici attività pastorali e formative in territorio dominicano e per il quale nel 1999 è stato avviato il processo di beatificazione.
È considerato un eroe dell'indipendenza nazionale Giovanni Battista Cambiaso (1820-1886), di natali liguri, fondatore della Marina dominicana e suo primo ammiraglio. Di Amedeo Barletta (1894-1975), si ripercorre la parabola d'imprenditore di successo, primo rappresentante della General Motors a Santo Domingo e socio di una manifattura di tabacco, fino allo scontro con il dittatore Rafael Trujillo, interessato a impossessarsi delle sue aziende al punto da incarcerarlo con un'accusa pretestuosa, sfiorando l'incidente diplomatico con Mussolini e con il governo degli Stati Uniti. Così come è una storia di determinazione, successo imprenditoriale e amore sempre vivo per l'Italia quella di Angiolino Vicini, partito ragazzino dalla Liguria e talmente abile negli affari da accumulare una straordinaria fortuna in beni immobili. Fu lui a donare allo Stato italiano i terreni su cui costruire la residenza dell'Ambasciatore e gli uffici del Consolato italiano, che in segno di riconoscenza ha intitolato a suo nome gli edifici. Il biologo marchigiano Raffaele Ciferri è ricordato a Santo Domingo come fondatore di una Scuola agronomica e di un Collegio di agricoltura all'avanguardia, nonché come autore di svariati studi sulla flora locale e della prima carta geobotanica dell'isola.
Non si è spenta poi la memoria delle famiglie italiane, come quella del console onorario Francisco Rainieri Franceschini e del funzionario dell'Ambasciata Mario Cavagliano, che nel 1961, nei convulsi momenti seguiti all'assassinio del dittatore Trujillo, offrirono un rifugio sicuro ai cospiratori dominicani. Un'altra famiglia italiana, i liguri Pellerano, domina infine il mondo dell'editoria sin dalla fondazione nel 1889 del quotidiano «Listín Diario», tuttora esistente. Alla famiglia si deve anche il lancio del primo tabloid gratuito, il «Diario Libre»".