“La pandemia finirà quando il mondo sceglierà di porvi fine. È tutto nelle nostre mani, abbiamo gli strumenti di cui c’è bisogno: possiamo prevenire questa malattia, diagnosticarla e curarla”. Parole, queste, di Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms che ha usato parole di preoccupazione per spiegare il nuovo rialzo dei contagi dovuto alla Delta: “Chi pensa che la pandemia sia finita perché dove abita è finita, vive nel paradiso degli sciocchi. I vaccini sono strumenti potenti, ma il mondo non li ha usati bene”.
E i numeri non sono buoni. Anche secondo comunicato in una nota dall'Oms e riportato dal sito 9 Colonne, oltre 3,4 milioni di nuovi casi di coronavirus e oltre 56mila decessi sono stati registrati in tutto il mondo la scorsa settimana. Stando al documento, il numero globale delle infezioni nell’ultima settimana (dal 12 al 18 luglio) ha avuto un incremento del 12% mentre quello dei decessi dell’1%. Nel periodo di riferimento l’Oms ha registrato 3.429.645 nuovi casi in tutto il mondo e 56,767 decessi.
Il tasso di incidenza è diminuito nell'ultima settimana in Africa (-5%), mentre è aumentato nella regione nel Pacifico occidentale (+30%), in Europa (+21%), nel Sudest asiatico (+16%), nel Mediterraneo orientale (+15%). Il tasso di mortalità è aumentato nel Sudest asiatico (+16%) e nel Pacifico occidentale (+10%) mentre è calato nelle Americhe (-6%) e in Africa (-4%).
Negli ultimi 7 giorni, oltre 885.000 persone hanno contratto l'infezione in Europa, dove 7.000 pazienti sono morti. Il numero di casi in Nord e Sud America è aumentato di oltre 967.000 nel periodo riportato, mentre i decessi sono cresciuti di circa 22.000. Il maggior numero di casi registrati negli ultimi sette giorni è stato segnalato dall'Indonesia (350.273), seguita da Regno Unito (296.447), Brasile (287.610), India (268.843) e Stati Uniti (216.433).