di Matteo Forciniti
Il programma del beach volley alle Olimpiadi di Tokio è appena iniziato ma il pubblico da casa ha già scelto il suo vincitore: Adrian Carambula, l'atleta italouruguaiano diventato famoso per la sua battuta ribattezzata "skyball" che in questi giorni sta impazzendo sui social.
Carambula è nato nel 1988 a Montevideo dove ha vissuto fino ai 13 anni prima del trasferimento a Miami, in Florida, e poi a Roma. Possiede la cittadinanza italiana grazie alla nonna materna torinese. L'attività sportiva è iniziata da bambino a Montevideo con il calcio giocando nella stessa squadra (Urreta) di Luis Suarez ma si è dovuta fermare a causa di un infortunio. Da lì è arrivata poi la decisione di dedicarsi al beach volley con ottimi risultati dato che è diventato tra i più forti giocatori al mondo. Fin ad ora il suo miglior piazzamento è stato nel 2015 con il secondo posto al campionato europeo, mentre adesso sta disputando i suoi secondi Giochi Olimpici (in coppia con Enrico Rossi) dopo quelli di Rio de Janeiro del 2016. Proprio come in quell'occasione, anche oggi il nome di Carambula è tornato alla ribalta grazie alla sua battuta dallo stile unico e inequivocabile tanto da fargli guadagnare il soprannome di "Mr Skyball".
Questa battuta -conosciuta in passato anche come "coreana"- consiste nel colpire la palla con un taglio a effetto per poi essere spedita altissima, fino a 30 metri. Il risultato è una traiettoria molto difficile per l'avversario che la riceve dato che la discesa diventa imprevedibile con una visuale che può essere ostacolata dal sole o dal vento. Tale gesto tecnico era stato già apprezzato a livello mondiale nel 2016 e adesso, nuovamente, sta vivendo una nuova popolarità.
"Questa è una battuta che mi è venuta naturale tempo fa" aveva spiegato allora l'italouruguaiano. "Non c'è stato un particolare studio né una tecnica replicabile: colpisco la palla dandole un effetto particolare e lanciandola altissima, dopo qualche secondo atterra sul campo avversario con una traiettoria di difficile lettura; mi viene così, spontaneo. L'importante è non essere tesi, stare rilassati e avere il corpo libero, per non pensare all'errore, perché se uno ci pensa poi si commette l'errore. La battuta ormai è parte del mio gioco, è un movimento che mi viene naturale. So solo che voglio che la palla arrivi il più in alto possibile, sento il vento e lascio che il mio corpo e le mie mani lo facciano in modo naturale. Non mi fermo a pensare al pallone o alla tecnica, lo faccio e basta".
La spettacolare "skyball", tuttavia, non è servita nel primo incontro della fase a gironi di queste Olimpiadi di Tokio. La coppia Carambula-Rossi è stata battuta all'esordio dagli statunitensi Jacob Gibb e Tri Bourne che si sono imposti nei due set per 21-18 e 21-19. Per classificarsi agli ottavi di finale gli italiani dovranno sfidare i qatarioti Cherif Younousse e Ahmed Tijan e poi gli svizzeri Adrian Heidrich e Mirco Gerson.