Italiani all'estero: che fare con quelli che si sono immunizzati ma non possono avere accesso al fatidico “green pass”? Dopo tanti appelli ed interrogazioni, ora rivolte al ministro della Salute, Roberto Speranza, ora a quello agli Esteri, Luigi Di Maio, ieri, è arrivata una prima risposta da parte del sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri.
"Sono mesi che lo dico: bisogna trovare una soluzione per i moltissimi italiani che, loro malgrado, si trovano in una sorta di limbo in attesa di capire cosa fare per avere il green pass" ha detto l'esponente del governo in un'intervista al Messaggero. "Ho fatto inoltrare diverse richieste formali dal mio ufficio, spero che entro la fine del mese vengano finalmente sciolti tutti questi nodi" ha proseguito. Ma chi sono gli italiani nel limbo? "In primis, i nostri concittadini all'estero ai quali è stato somministrato un vaccino diverso da quelli approvati in Ue dall'Ema e, quindi, non riconosciuto in Italia. Pensiamo a quanti hanno ricevuto il vaccino russo Sputnik: sono tanti gli italiani che risiedono per lavoro all'estero e che ora non possono rientrare in Italia” ha risposto Sileri.
C'è “poi la questione dei cittadini di San Marino dove è stato somministrato il vaccino russo. Ebbene, in Italia non risultano vaccinati ed è assurdo. Bisogna invece concedere il green pass, magari dopo aver valutato il titolo anticorpale". Cosa si sta pensando di fare? "L'ipotesi più semplice che si sta valutando è quella di riconoscere lo Sputnik, e quindi procedere al rilascio del green pass a quanti siano stati immunizzati con questo vaccino", la risposta di Sileri.
Ci sono poi altri casi. "Oggi – ha spiegato il sottosegretario e medico – i 600 volontari che hanno generosamente preso parte alla sperimentazione del vaccino italiano Reithera non hanno l'opportunità di accedere al green pass”. Ebbene, “anche in questo caso si può valutare di concederlo dopo aver verificato la presenza degli anticorpi", ha aggiunto Sileri, sottolineando di aver fatto "numerose richieste alla direzione generale Prevenzione" del ministero affinché si trovi “una soluzione al più presto con il Cts”. Per chi si è vaccinato all'estero, poi, "ci sono stati problemi tecnici. Ma sono stati risolti o sono in corso di risoluzione", ha assicurato Sileri, aggiungendo che sono in via di risoluzione anche altri problemi come le difficoltà di chi ha fatto l'eterologa, dei guariti che fanno una sola dose, delle persone che hanno fatto le due dosi in regioni diverse”.
Stefano Ghionni