Verrà dall'esterno. Forse da Napoli. Oppure da Bologna o Catanzaro, Firenze o Lecce. Alla procura di Milano impazza il toto nuovo procuratore generale. Quello in carica, bersaglio di rumorose contestazioni interne andrà in pensione a fine anno, La Procura di Milano si prepara a salutare Francesco Greco. Escluso che sia un interno a sostituirlo nel delicato incarico che ha avuto in Francesco Borrelli uno degli interpreti più apprezzati. Napoletano passato a miglior vita nel 2019, è stato il capo di publici ministeri come Antonio Di Pietro, Boccassini, Colombo, Davigo dal 1988 al 1999. Il grande capo del pool "Mani Pulite" e coniatore del famoso slogan "Resistere, resistere, resistere", contro le riforme di Silvio Berlusconi,
Scade oggi il termine per la presentazione delle candidature alla successione di Francesco Greco. E nei prossimi giorni si avrà chiara e netta la sensazione che la vita nella procura più importante e prestigiosa d'Italia sia destinata a cambiare in maniera definitiva e radicale. Il segnale sarà appunto la nomina del nuovo capo. Probabilmente "un papa straniero", escluso che il nome possa venir fuori tra quelli attualmente in forza alla procura di Milano. Le ultime vicende hanno tolto credibilità e forza all'attuale conduzione dell'organismo. In particolare quelle relative alla vicenda del faccendiere siciliano Amara. E non tutte le scelte effettuate sono state condivise dall'intero consiglio. Una situazione ambientale divenuta via via sempre più difficile.
Il magistrato Storari, solo per fare un nome, è accusato di fughe di notizie per la famigerata loggia massonica Ungheria. Ha preparato una memoria in sua difesa, per l'udienza di domani al Consiglio Superiore della Magistratura.
Le voci si rincorrono. Ma chi sarà il nuovo procuratore capo della Procura di Milano? I nomi sulla bocca di molti, non di tutti, quindi non gettonatissimi, ma accompagnati da sicuro notevole favore, sarebbero in realtà cinque. L'attuale procuratore di Napoli, Giovanni Melilllo, già candidato nel 2016, quando fu scelto Francesco Greco; il procuratore di Bologna, Giuseppe Amato. Quello di Catanzaro, Giuseppe Gratteri: ha già annunciato che presenterà la propria candidatura entro oggi. La lista dei concorrenti potrebbe allungarsi a Marcello Viola, però impegnato nel ricorso alla giustizia amministrativa per la procura di Roma, oggi guidata da Michele Prestipino, e al procuratore capo di Lecce, Leone de Castris.
Laddove il procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, a capo del dipartimento reati contro la pubblica amministrazione, è l'unica soluzione interna praticamente ancora in piedi.
Sciolti i nodi estivi, oggi è prevista anche l'udienza a porte chiuse della sezione disciplinare. Discuterà il caso Storari, che si è attrezzato con una contromossa, come già detto. Ricostruiti, in sua difesa, i fatti della scorsa primavera; proverà a spiegare il perchè della consegna dei verbali di Amara a Davigo. Il documento è stato messo a punto dal legale di Storari, Paolo Della Sala. Lo scopo del tentativo è scongiurare gli effetti della richiesta del procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvo all'organo di autogoverno della magistratura.
Ovvero il trasferimento e la perdita delle funzioni da parte di Storari, che deve rispondere a tre accuse. La fuga di documenti, l'aver consegnato i verbali a Davigo, non essersi astenuto dall'indagine sulla fuga di notizie che il giornalista Antonio Massari. L'inviato del Fatto Quotidiano aveva annunciato ai pm milanesi di "aver ricevuto in forma anonima i verbali".
Alla difesa di Storari si aggiungerà l'elenco degli aderenti all'appello in suo favore, nato da un'iniziativa dei pm milanesi con il sostegno di Alberto Nobili.. Duecento firme raccolte tra sostituti milanesi, magistrati del distretto e sottoscrizioni di giudici e pm arrivate da fuori Milano. Il procuratore aggiunto Alberto Nobili ha raccontato di aver saputo da Storari che fosse pronta e già all'opera una misura cautelare per Amara e i suoi compari Calafiore e Armanna, per calunnia. Conclusione: Storari non credeva al racconto di Amara. Ma Davigo sapeva? E se sapeva perchè ha veicolato, a mezzo Csm, dichiarazioni di colui che il pm riteneva "un calunniatore?".
Il fronte di discussione e di contestazione però è doppio. Infatti, c'è anche quello degli accertamenti disciplinari avviati da Salvi nei confronti del procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e del pm Sergio Spataro. Indagati i due a Brescia per "rifiuto di atti d'ufficio nell'ambito del processo Eni-Nigreria". Ma le incolpazioni non sono state formulate finora. Potrebbe però accadere in tempi brevi, avendo la procura di Brescia già trasmesso gli atti.
Ma sull'argomento principale, il vero filo conduttore dell'intera vicenda che agita presente e futuro della Procura di Milano, è il processo a Francesco Greco. Il figlio di Mani Pulite, allievo prediletto di Francesco Borrelli, diventato il nemico di tutti, L'ex Robespierre finito in disgrazia a pochi mesi dalla pensione.
Franco Esposito