C'è tanta confusione sotto il cielo di un'estate italiana. Chi si dice comunista e gioca a fare il liberale, chi si dice liberale e si traveste da comunista. Chi parla di stato d'eccezione, chi di sano realismo. Chi, allarmato, ricorre a citare nazismo, Cina e Unione Sovietica, chi sottolinea che con nazismo, Cina e Unione Sovietica saremmo tutti vaccinati da tempo, zitti, bucati e mosca. Chi scrive di dittatura sanitaria, chi di inevitabile emergenza. Chi si vaccina, chi non si vaccina. Chi si vaccina ma è preoccupato per la tenuta democratica, chi non si vaccina e, tanto per rispettare la democrazia, assedia la casa del Sindaco di Pesaro.
Chi ritiene che non vi sia vita senza democrazia, chi precisa che senza la vita hai voglia a cianciare di democrazia. Chi ricorre a Foucault, chi oppone Tocqueville. Chi ha timore di essere sorvegliato e punito, chi vorrebbe soltanto andare al cinema senza essere contagiato. Chi denuncia la volontà di controllo e di dominio del capitalismo finanziario, chi vorrebbe tornare a scuola a settembre e smetterla con la dad. Chi si punta sciaguratamente la pistola al braccio, chi da mesi fa nobile volontariato per infilare l'ago a quel braccio. Chi minaccia l'estinzione della specie umana, chi affida al vaccino l'unica speranza di salvarla, la specie umana. Chi ha un piede nel Governo e un piede in piazza, chi si vaccina, obtorto collo, ma dichiara che non ha alcun titolo per chiedere a un altro di farlo. Chi è a favore del green pass per tenere i negozi aperti, chi è contro il green pass ma vorrebbe tenere i negozi aperti. Chi urla per strappare qualche voto in più, chi si dimena per dimostrare la fondatezza dei propri assunti. Chi fa compiere alla filosofia una torsione spericolata ed eccessiva, chi rivendica il cammino imperfetto ma necessario della scienza. Chi canta da mesi la stessa canzone, dei cittadini di serie A e di serie B, chi vorrebbe che tutti i cittadini fossero vaccinati, in modo che i pochi recalcitranti non si trovino ad avere l'immunità di gregge conquistata da un gregge da cui sono codardamente scappati.
Non è una bella Italia quella che stiamo vedendo. Non è più il Bel Paese. È di nuovo il terreno di battaglia, di divisioni teoriche e fittizie, di chiacchiericcio un tanto al chilo, di soluzioni sempre difficili da prendere. Per fortuna abbiamo un Presidente della Repubblica che, senza essere scienziato né filosofo della politica, dice parole sensate e responsabili: "È il virus che limita la libertà, non le regole per batterlo". Per fortuna abbiamo un Presidente del Consiglio che, senza essere scienziato né filosofo della politica, dice parole sensate e responsabili: "L'appello a non vaccinarsi è l'appello a morire".
Del resto, immaginate Mattarella e Draghi capi di uno stato d'eccezione, di una dittatura sanitaria, di un servizio di spionaggio permanente ed effettivo? Io no. Anzi, se fossi nella curva di uno stadio, non importa se nord o sud, avrei voglia di intonare: "Ci sono solo due Presidenti, due Presidenti, ci sono solo due Presidenti".
Ad agosto, se grazie al vaccino e al green pass, potrò andare allo stadio, lo intonerò. Da stonato, ma lo intonerò.
di Davide D'Alessandro