di Stefano Ghionni
Manca poco, ormai, alla fatidica data del 6 agosto quando, in Italia, scatterà l’obbligo del “green-pass” per poter accedere a tutta una serie di attività. Il governo sta lavorando ad un nuovo decreto che dovrebbe essere varato a breve. Ancora molti, infatti, i nodi da sciogliere, come ad esempio, quello dei trasporti. Il lasciapassare che attesta l’avvenuta vaccinazione contro il Covid o comunque il “non contagio”, dovrebbe diventare obbligatorio per salire a bordo di aerei e treni, mentre dovrebbero rimanere fuori i mezzi urbani, come bus e metro. Ed ancora in sospeso resta il capitolo scuola: diventerà obbligatorio per docenti ed alunni?
Oggi se ne discuterà nel piano scuola all'esame delle Regioni e giovedì probabilmente già in Consiglio dei ministri. In sospeso resta anche il capitolo degli italiani all’estero (area extra Shengen) vaccinati con sieri non autorizzati dall’Aifa. Che ne sarà di costoro? Potranno tornare a casa o saranno da considerarsi non immunizzati e dunque costretti ad estenuanti quarantene? Infine il capitolo alberghi. Proprio ieri l’Astoi Confindustria Viaggi è tornata a chiedere nuovi chiarimenti al ministero della Salute sul tema dell'utilizzo del green pass negli alberghi e più in generale nelle strutture turistico ricettive. In particolare, l'associazione dei tour operator ha chiesto di "confermare che l'impiego del green pass non trovi applicazione con riferimento agli esercizi di ristorazione e ai teatri per gli spettacoli di intrattenimento degli ospiti, collocati all'interno delle strutture ricettive".
L'Associazione ha evidenziato infatti che tale misura "sarebbe tecnicamente inapplicabile nella maggior parte delle strutture; in assenza dei necessari chiarimenti, l'incertezza sta inevitabilmente producendo interpretazioni non univoche da parte del mercato e sta portando molti clienti a cancellare le prenotazioni effettuate”. “È chiaro che ove la previsione riguardasse anche le strutture ricettive, comporterebbe un duro colpo per il turismo nazionale. Il mercato, già in crisi dopo essere stato costretto a fare a meno delle mete estere, dovrebbe rinunciare anche alle vendite sull'Italia". Astoi rimane quindi in attesa dei chiarimenti richiesti, "auspicando che a breve possano giungere le necessarie delucidazioni".