Il futuro é complesso, ma ignorare le complessitá del futuro é un atteggiamento a forte rischio per tutti noi. Quando parlo agli studenti sui nuovi lavori, spiego che oggi le imprese di servizi di accompagnamento per anziani e quelle di sicurezza privata impiegano migliaia e migliaia di persone. Poi aggiungo che ai miei tempi non esistevano queste imprese.

Perché? Perché l’accompagnamento all’anziano era svolto dalla famiglia e i servizi di sicurezza erano di competenza della polizia. Oggi né la famiglia accompagna come nel passato, né la polizia riesce a contenere la criminalitá organizzata. Questa trasformazione profonda del lavoro nella nostra societá appare con forza in una ricerca che sto svolgendo con alcuni collaboratori sulla proiezione dell’anzianitá nel futuro. E’ proprio l’anzianitá il piú grande scoglio che appare per lo sviluppo sociale ed económico del mondo nei prossimi decenni. Non dico niente di nuovo quando segnalo che l’aumento della speranza di vita e il calo della natalitá sono il cocktail tossico dei prossimi anni. Si vivrá di piú e meno giovani contribuenti sosterranno un sistema di previdenza sociale che pretende soddisfare pensioni degne dai 65 ai 90 anni e piú. Ma dalla ricerca appare una nuova evidenza.

La struttura familiare é mutata e i cambi avranno conseguenze anche e specialmente sull’attenzione agli anziani. Nel passato la tradizionale famiglia di tipo patriarcale assegnava alla donna il ruolo di sostenere i membri piú fragili (bimbi e anziani) e questo avveniva senza alcun tipo di ricompensa. Questa struttura familiare é – per fortuna – cambiata. La donna non ha piú come principale dovere le attenzioni intrafamiliari, perché ha assunto un ruolo indipendente a attivo nel mondo del lavoro. Ma il cambio lascia sguarnito l'appoggio e l'accompagnamento degli anziani.

I cambi nella struttura della famiglia si proiettano infatti sulla complessa situazione dell’invecchiamento della popolazione. Quella famiglia “tradizionale”, appoggiata sul lavoro silenzioso e non retribuito delle donne, obbligava le donne “di casa” ad assistere gli anziani, anche in periodi di grave deterioro psicofisico. Era normale che gli anziani continuassero a vivere in casa fino alla loro scomparsa, mentre erano eccezionali nel passato le badanti, gli asili e le case di riposo, questi ultimi grande business dell’economia moderna. Oggi viviamo la realtá di una famiglia che muta: la tradizionale struttura familiare entra in crisi a causa delle separazioni sempre piú numerose, i cambi nei ruoli di genere, l’aumento di famiglie senza figli o con un solo figlio.

Appaiono le “nuove” famiglie: famiglie unipersonali, famiglie mono-genitore, convivenze more uxorio, pendolarismo familiare, etc. La conseguenza imprevista di questa nuova realtá sará che i sistemi di previdenza sociale dovranno sommare alle esose prestazioni monetarie, servizi costosissimi di attenzione all’anzianitá abbandonata fino ad etá molto avanzate. Questi servizi dovranno organizzarsi non solo per gli strati poveri della popolazione, ma anche per i ceti medi, che non potranno sostenere la totalitá dei costi dei servizi esterni di attenzione agli anziani. La domanda che i governi dovranno porsi é proprio come sostenere economicamente spese ingenti, che non potranno finanziarsi con i tradizionali contributi dei lavoratori attivi, anche perché la disoccupazione dilaga, mentre il precariato e il lavoro in nero cresce.

Chi pagherá il conto? Evidentemente si pone la questione fiscale di come riorganizzare i sistema tributari per fare cassa e sostenere l’anzianitá del futuro. Una realtá che, a mio modo di vedere, significherá inevitabilmente nuove imposte e tasse per coprire le passivitá derivanti da sistemi di attenzione dell’anziano, che andranno a sostituire la contenzione familiare del passato. Se qualcuno ha altre idee, saró ben lieto di conoscerle. Per ora prepariamoci tutti a sostenere a lungo termine l’anzianitá del futuro, che da antica questione familiare, diventerá grave problema sociale.

JUAN RASO