Di Maio o del particolare strategico omesso e occultato nella conferenza stampa dei talebani a Kabul. Ecco quanto appare evidente dai fatti e dalla loro sequenza temporale e logica: i Talebani hanno calibrato, coordinato e sincronizzato i movimenti militari, in particolare l'ingresso a Kabul, con quelli del ministro degli Esteri italiano.
Non appena saputo che Di Maio era al mare in Puglia, l'intelligence talebana ha trasferito l'informazione ai comandanti militari e politici che hanno colto la finestra di opportunità. Non sfugge infatti a nessuno che se Di Maio fosse stato in ufficio a Roma e non al mare in Puglia, la presa di Kabul sarebbe stata posticipata.
I Talebani non potevano e non volevano rischiare di entrare in città con Di Maio in ufficio. Su Di Maio quindi la responsabilità di aver abbreviato i tempi della messa in sicurezza degli occidentali e degli afghani potenziali vittime dei Talebani.
Su questa brutta pagina dell'operato di Di Maio ministro degli Esteri l'indignazione inevitabile e doverosa: se lui non faceva il bagno...(nota a margine: al mare anche Emiliano governatore di tutte le Puglie, l'avanzata talebana deve aver profittato anche di questa ulteriore opportunità).