Ma il mondo è pronto per una terza dose di vaccino? No, ancora no. Chiara e precisa le indicazioni che ieri l’Oms ha lanciato in merito alla terza dose di sieri il giorno dopo l'annuncio del presidente Usa, Joe Biden, sull'avvio il 20 settembre dell'inoculazione della terza dose a tutti gli americani che lo desiderino e abbiano ricevuto la seconda almeno 8 mesi fa. In pratica, non deve essere inoculata, almeno per il momento visto che i dati dicono che non ce n’è bisogno: “Ci opponiamo decisamente alla terza dose per tutti gli adulti nei Paesi ricchi, perché non aiuterà a rallentare la pandemia. Togliendo dosi alle persone non vaccinate i booster favoriranno l'emergere di nuove varianti”.
Parole, queste, della chief scientist dell’Osservatorio mondiale della sanità Soumya Swaminathan, l’obiettivo ora deve essere quello di aumentare le coperture nei Paesi che ancora non hanno avuto accesso ai vaccini. Bruce Aylward, altro esperto dell’Oms, ha aggiunto che ci sono abbastanza vaccini per tutti, “ma non stanno andando nel posto giusto al momento giusto. Due dosi devono essere date ai più vulnerabili in tutto il mondo prima che i richiami vengano dati a chi ha completato il ciclo, e siamo ben lontani da questa situazione”. Ancora più dure le parole di Matshidiso Moeti, direttrice regionale dell'Oms per l'Africa: “La somministrazione della terza dose del vaccino “è una "presa in giro che minaccia i progressi della campagna vaccinale in Africa. Proprio quando i nostri sforzi sembravano stare per decollare, l'Africa si trova di fronte venti contrari. "Nell'accaparrarsi vaccini, alcuni Paesi ricchi si prendono francamente gioco dell'equità vaccinale”.