Leggendo il palinsesto del weekend di Rai Italia, per trovare la trasmissione più interessante si deve andare a domenica 22: 'Totò contro i quattro', film del 1963 mentre in tutto il mondo un elenco interminabile di network televisivi mandano in onda le partite di calcio della prima giornata del campionato di Serie A.
Ma questa concomitanza probabilmente non è frutto del caso perchè anche oggi, se l'immenso Totò fosse ancora tra noi, non c'è dubbio che un 'ma mi faccia il piacere...' rivolto alla Rai non mancherebbe di sicuro. Perchè questo è l'anno sottozero della tv di stato, l'ultimo slogan non può che essere 'Rai sempre di meno', mai così in basso per quello che riguarda la programmazione sportiva da offrire ai connazionali all'estero. Non c'è più il calcio.
Incredibile, lo sport nazionale, che poi lo è anche a livello mondiale, cancellato dalla nostra tv: a chi non vive in Italia e ancora guarda Rai Italia (sarebbe bello sapere in quanti sono rimasti abbonati) viene concessa solo la Domenica Sportiva alle 10.30 di notte ora di New York, quando ormai anche l'ultimo dei blogger è riuscito a mandare in rete (quella virtuale) almeno un gol rubato a qualche tv locale. Uno scandalo. E lo stiamo ripetendo da mesi, da quando la Rai ha perso tutto (o ha voluto perderlo): non c'è tv, grande o piccola, al mondo che non si leghi in qualche modo al calcio mandando in onda un campionato di qualsiasi Paese. Rai Italia invece ha scelto la strada opposta: nulla. In una azienda normale si avvierebbe una indagine interna per scoprire i motivi che hanno portato a una enorme perdita, economica e di immagine.
Perchè i dubbi ci sono: cosa ha portato i dirigenti incaricati a lasciare andare tutto, forse interessi personali? E non veniteci a raccontare ancora delle esorbitanti richieste della Lega Serie A hanno fermato ogni buona intenzione. La Lega all'estero, lo abbiamo riportato ieri, ha perso almeno 300 milioni di euro, non c'era quindi un pertugio per la Rai, la maniera di aprire ancora per altri tre anni la finestra che fino alla scorsa stagione calcistica era riservata alle comunità italiane all'estero?
Carlo Fuortes e Marinella Soldi, appena seduti sulle poltrone di amministratore delegato e presidente, hanno l'obbligo, e non solo morale, di scoprire il perchè e di farcelo sapere perchè la Rai la pagano i cittadini italiani. Ma la domanda è un'altra: lo faranno? Non lo crediamo e mentre lo scriviamo vorremmo essere immediatamente smentiti. Sarebbe un modo meraviglioso per Fuortes e Soldi di cominciare la loro avventura: scoprire gli eventuali altarini, fare sapere che nonostante tutto i connazionali all'estero, coloro che in questi anni hanno pagato soldi alla Rai anche fuori dai confini, sono ancora considerati.
Se non c'è più calcio su Rai Italia, almeno si potrebbe dare un calcio ai colpevoli. Non sono servite le interrogazioni parlamentari, non ha fatto assolutamente niente il Governo Draghi, le alte sfere della Rai se ne sono fregate, la Lega Serie A pure, ma un comunicato chiarificatore dei nuovi vertici di viale Mazzini potrebbe aprire una nuova era. Aspettiamo...
di Roberto Zanni