La vicenda è stata resa nota dopo la destituzione dell'ex direttore del Turismo, Martín Pérez Banchero, che secondo la ricostruzione raccolta dal settimanale Búsqueda si rifiutò di autorizzare queste spese provocando l'ira di Cardoso, il quale si è difeso dicendo di aver agito correttamente: "Le differenze e lo scontro tra due persone hanno portato a una discussione di pubblica conoscenza con accuse politiche inopportune che stanno provocando una situazione di disagio per il presidente e il Governo, pertanto ho deciso di dimettermi con la tranquillità di aver agito correttamente e di aver fatto il massimo. Lascio libero il presidente di difendermi dalle false accuse che mi hanno rivolto".
L'annuncio di Cardoso è stato dato insieme al leader del suo gruppo politico, Julio María Sanguinetti, l'ex presidente della Repubblica di origine ligure attualmente segretario del Partido Colorado, uno degli integranti della coalizione di centro destra al governo con Luis Lacalle Pou.
L'ex ministro del Turismo tornerà in Parlamento come deputato "colorado" e ha affermato che chiederà l'intervento dei suoi colleghi per la formazione di una commissione d'inchiesta per chiarire il suo operato: "Chiederemo di istituire una commissione d'inchiesta per chiarire che tutto è stato fatto all'interno della procedura stabilita. Si indagherà sulle procedure e sulle spese effettuate sia durante il mio mandato che in quello precedente". "Mi presenterò davanti al partito per chiarire la situazione" ha promesso Cardoso passando poi all'attacco: "È chiaro che sono stato vittima di un furioso attacco politico".
Il presidente Luis Lacalle Pou è apparso cauto sulla vicenda. Dopo la difesa iniziale espressa a Cardoso con la pubblicazione delle prime denunce, venerdì ha fatto invece un passo indietro dicendo di voler studiare nuovamente la situazione prima di dare un'opinione al riguardo. Secondo le anticipazioni della stampa il principale candidato a essere nominato come nuovo ministro del Turismo è il senatore "colorado" Tabaré Viera.
La caduta di Germán Cardoso si consuma pochi mesi dopo un'altra polemica vicenda di cui era stato protagonista. Il nome dell'allora ministro era saltato fuori all'interno di un'inchiesta che ha visto coinvolto un'alta carica della Polizia di Maldonado accusato di trasmettere informazioni confidenziali agli imputati e che tratteneva continui rapporti telefonici con il ministro.
Le dimissioni di Cardoso rappresentano un nuovo duro colpo per il Governo che perde così il sesto dei 13 ministri che si erano insediati il primo marzo del 2020. Ma è un duro colpo soprattutto per il Partido Colorado che cambia così il suo terzo ministro in poco più di un anno e mezzo dopo una dura battaglia interna per il controllo del partito. Il primo dimissionario -con grande scalpore- fu il titolare degli Esteri Ernesto Talvi sostituito da Francisco Bustillo a cui sono seguiti negli ultimi mesi altri cambi: il Mides (Sviluppo Sociale) è passato da Pablo Bartol a Martín Lema, la gestione dell'Allevamento e dell'Agricoltura da Carlos María Uriarte a Fernando Mattos mentre Luis Alberto Heber (allora ai Trasporti) ha preso il posto di Jorge Larrañaga dopo la sua scomparsa come responsabile degli Interni.