di Stefano Ghionni
Una giornata particolare quella di ieri al Meeting di Rimini che ha visto ‘sfilare’ i big della politica italiana. L’occasione per tastare con mano ancora una volta che l’ambiente all’interno della maggioranza non è proprio dei migliori. Si litiga su tutto, dal green pass al reddito di cittadinanza passando per l’Afghanistan. A ‘cannoneggiare’ è stato soprattutto il segretario del Partito democratico, che in primis ha attaccato il leader della Lega Matteo Salvini, ma anche la numero uno di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: "Questa Destra sovranista – ha detto il punto di riferimento dei dem - non è più il Centrodestra di Berlusconi, in confronto quello era rose e fiori. Il Cavaliere stava dentro una logica tutto sommato europeista. Salvini e Meloni hanno invece sottoscritto un’intesa con alleati europei come quelli di due governi, il governo ungherese e polacco che limitano i diritti nei loro Paesi, con Marine Le Pen. Questi sono gli alleati di Salvini e Meloni. Che hanno votato contro il Next Generation Ue”.
E poi giù duro, riferendosi ai presenti in quel della cittadina romagnola: “Oggi prendo un impegno qui con voi: questa stagione eccezionale terminerà con le elezioni politiche, questa stagione irripetibile che per una volta governiamo anche con Lega e Salvini non si ripeterà mai più”. Letta ha poi continuato a chiedere le dimissioni del sottosegretario leghista Durigon dopo la proposta di ripristinare l'intitolazione di un parco ad Arnaldo Mussolini, fratello del duce: “L'apologia del fascismo è incompatibile con la Costituzione e con il nostro governo”. Su questo tema, Salvini ha aperto a qualsiasi opzione: “Ragioneremo insieme su cosa fare e cosa sia più utile per il governo. Discuteremo con Durigon, il quale ha la mia massima fiducia”.
Chiaro è che comunque il numero uno del Carroccio è poi passato al contrattacco, chiedendo a sua volta le dimissioni di Luciana Lamorgese: “Deve fare il ministro, cosa che non ha cominciato a fare. Se non riusciamo a sventare un rave party di alcuni ragazzetti, non oso pensare come riusciamo a fronteggiare la minaccia terroristica”. Il leghista poi ha contestato nuovamente le parole del leader del M5S Giuseppe Conte, dicendosi in questo caso d’accordo con il segretario del Pd: “Sono d'accordo con Letta, non con Conte: io il dialogo con i terroristi islamici non lo concepisco per principio e non li legittimo”.
Un’altra ‘botta all’ex premier è arrivata dal ragionamento del leghista sul reddito di cittadinanza: “Raccoglie dissensi ovunque. Chiederemo almeno di rivederlo o di cancellarlo del tutto, parliamo di qualcosa che allontana dal mondo del lavoro e crea disoccupazione”.