"Pur lasciando doverosamente al governo la sintesi delle posizioni e le modalità esecutive, esprimono parere favorevole ed auspicano una obbligatorietà della vaccinazione anti Sars-Cov2, con specifico riferimento a coloro che svolgono funzioni pubbliche e comunque attività lavorative che pongano il cittadino a stretto e continuo contatto con altri soggetti e con l'ovvia esclusione delle situazioni di rischio documentato di una possibile patologia post-vaccinale”. Tramite una nota, il Comitato Nazionale di Biosicurezza, Biotecnologie e Scienze della Vita della presidenza del Consiglio dei Ministri ha dato parere favorevole all'obbligatorietà dei vaccini. Insomma, piano piano prende sempre più piede l’idea che in autunno in Italia nessuno potrà sottrarsi al piano di immunizzazione.
Certo, molto dipenderà soprattutto dai numeri delle prossime settimane. Se la situazione, in termini di contagi e morti dovesse peggiorare e non arrivare all’80% della popolazione completamente immunizzata, occhio a questa possibilità che di certo scatenerà polemiche a non finire. E difatti il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha tenuto a precisare che l’obbligo va visto come “ultima ratio, ha un senso solo se non riuscissimo a raggiungere l'obiettivo, o se avessimo veramente un problema ovvero che da qui a fine settembre nessuno si vaccina più perché siamo arrivati a quei cittadini novax che hanno il rigetto del vaccino. A quel punto dovremo fare altre valutazioni”.
La pensa così anche il governatore della Liguria Giovanni Toti: “L'obbligo vaccinale è l'extrema ratio, ma mi pare che molti esponenti politici anche del governo abbiano sposato quest'idea. Se arriveremo all'80% della copertura, se ne può fare a meno. Molte categorie si sono vaccinate, a partire dagli insegnanti e dai sanitari. Molti giovani stanno affollando i nostri open night, che è il miglior segno di senso civico”. Secondo la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd) “la presa di posizione della Consulta di Bioetica è un tassello molto importante che va nella giusta direzione”.
Chi non dice no all’obbligo è la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini: “Il vaccino sarebbe indispensabile per chi fa front office nella Pa e per chi lavora nei servizi pubblici. Del resto l’obbligo vaccinale non è un'eresia: esiste già per alcune malattie. Una decisione del genere però spetta al Parlamento. La mia opinione è che occorre attendere i dati: se dovessimo giudicare irraggiungibile la copertura dell'80% della popolazione non vedrei alternative”.