Il decollo è uno sciopero. Le sigle sindacali sbattano la ferma opposizione dei lavoratori in faccia alla nuova compagnia area italiana, Ita, erede spuria di Alitalia. Sciopereranno il 24 settembre. Oltre 770 lavoratori della vecchia compagnia di bandiera non saliranno a bordo degli aerei Ita. Cinquantadue velivoli per il momento, in attesa di diventare centocinque nel 2016. In Italia dovrebbero trovare posto 2.800 dipendenti, con contratti depotenziati. Il progetto della newco manda su tutte le furie i sindacati e ne scatena la rabbia: rigettato con durezza dai rappresentanti dei lavoratori l'accordo pandemia proposto da Ita.
Il decollo della nuova compagnia area nazionale a controllo pubblico si presenta problematico. I sindacati non mollano, intransigenti sulle loro posizioni, ma comunque disposti al dialogo. Però non accettano ipotesi di contratto ridimensionato rispetto al passato. Un contratto che rischia di fare paio con quello low cost che Ita offre ai dipendenti. Forti turbolenze in arrivo, oltre a quelle già in atto.
Ita aprirà quarantacinque rotte con sessantuno destinazioni. Le intercontinentali New York, Tokyo, Boston e Miami. All'85% gli slot attuali a Milano Linate; al 43% a Roma Fiumicino. Ita ritiene di poter riportare a 5,750 il numero dei dipendenti nel 2015. Intanto si mette a stecchetto, in cura palesemente dimagrante.
I piloti, ai tempi di Alitalia - quelli spesso avanti con gli anni e forti di un'ampia anzianità - riuscivano a guadagnare tra gli 8mila e i 10mila euro netti al mese, a seconda delle ore volate. Nelle compagnie low cost i piloti portano a casa 7mila euri netti al mese. E spesso raggiungono il massimo delle ore annue di volo permesse dalla legge, 800. Possono inoltre contare sulla prospettiva di una maggiore produttività. In Ita prevalgono attualmente i mal di pancia, a immagine e somiglianza di quelli che contraddistinguono assi e scartine del pallone.
Alfredo Altavilla, presidente Ita, e l'amministratore delegato Fabio Lazzerini, hanno confermato che la newco metterà in pista cinquantadue aerei rispetto ai trentaquattro di Alitalia in amministrazione straordinaria. I velivoli torneranno sulle rotte a lungo raggio che la vecchia compagnia di bandiera aveva abbandonato.
Ita necessita oggi di 1500 dipendenti. Ne parcheggerà 3500 in capo ad Alitalia e in cassa integrazione. Limitate a 1250 unità le assunzioni per il personale di terra. Saranno 3800 le persone impegnate nella manutenzione e gestione dei bagagli. L'Ue impone che debbono far capo alle società esterne che si aggiudicheranno gli appalti per questa attività. Facile prevedere che non avranno contratti faraonici. Ita punta a dimagrire, non le interessa apparire bene in carne. Sbuffano i rappresentanti sindacali, ma è dura pensare che possano strappare migliori condizioni.
Ita è uscita da Asseaereo: tagliati i cordoni con Confindustria. La nuova compagnia aerea a controllo pubblico non applicherà il contratto collettivo nazionale ai suoi dipendenti. Un autentico paradosso, secondo i rappresentanti dei lavoratori. "Molto grave che una scelta simile venga proposta e praticata da una società pubblica al cento per cento". Il ragionamento, ad onor del vero, non fa una grinza. Alitalia, con questa mossa, si schiera contro le norme del decreto Rilancio. "Vuole avere le mani libere", denunciano i sindacati.
Sorda, Ita. Insensibile e silente pure in presenza del bombardamento sindacale. Intanto, si è premurata di mostrare i grafici che smontano il mito dei lavoratori Alitalia ricoperti d'oro. "Hanno preso stipendi in linea con quelli dei colleghi europei e, a volte, anche più bassi". Ita si fa forte del fatto che tante compagnie aeree estere hanno imposto a piloti, assistenti di volo e personale di terra contratti d'emergenza, alla luce delle difficoltà causate dalla pandemia.
Conclusione: anche i dipendenti Ita dovranno accontentarsi di un contratto Covid, depotenziato e flessibile. L'entità del taglio ancora non è stata precisata. Sarà quantificata con precisione a giorni. Ita assicura che "i premi di produzione scatteranno con la compagnia in utile dal 2023". Questa è la speranza. L'impiego dei dipendenti sarà ottimizzato, fino a saturazione delle prestazioni. Ita fa trapelare, ma di ufficiale non c'è nulla.
Filt, Cigl, Fit Cisl e Ultrasporti sollecitano i ministeri competenti, Economia e Trasporti, al tavolo della trattativa. Turbolenze senza fine. Di tagli occupazionali e nuovo contratto bisognerà comunque discutere anche con i commissari di Alitalia. "Il varo di Iva va gestito con delicatezza, perchè avrà un impatto sociale significativo", chiarisce e ammonisce Giancarlo Giorgetti, ministro delle Sviluppo.
Parole tante, i fatti sono altri. E pure spiacevoli. Tremano i 570 dipendenti del call center di Almaviva Contact. La società che assisteva Alitalia. Ita non li ha confermati.
di Franco Esposito