Da Capri una gita alla Penisola sorrentina, al tramonto....
Qualcuno ha scritto che che Ulisse ha incontrato le Sirene proprio a Nerano, al largo di questa mitologica lingua di terra, che sembra ansimare e fremere per ricongiungersi all'isola di Capri. Inutile spendersi in analogie tra favola e la struggente bellezza del posto, con il sole di fuoco che si scioglie nel mare al tramonto come un'arancia tarocco.
Proprio Peppino, attuale capofamiglia e memoria storica del ristorante allo Scoglio, ci intrattiene parlando con Sergio Cola , l'avvocato penalista più conosciuto e stimato del foro di Napoli. ...e non solo....L'allegra compagnia parte da Marina Grande e sbarca al tramonto con Raffaele e Patrizia ( imparabile cuoca: la sua specialità "Pezzogna alla genovese" ) il Cavalier Gaetano il re della scarpa ( le sue collezioni animano le vetrine e le sfilate Y Saint Laurent ) e la nobile Teresa, Genny Pecoraro e dolce consorte, e la grande Maruzza, il suo ragù premiato con tre stelle Michelin....
Allo Scoglio, giurano, le verdure miste degli orti di Pontone sono, visivamente, un abbraccio di colori e di natura: melanzane, cime di rapa, zucchine, friarielli napoletani, gli uni accanto agli altri, stretti e conditi in una tiella (padella) di rame.
Ognuna di queste verdure ha una una storia: Peppino le sa tutte, è lui a prendersi cura di tutte le verdure messe in tavola in ogni momento dell'anno, dall'età di 14 anni.La particolare esposizione al sole di questi orti – parliamo di 365 giorni all'anno, tanto che a volte vanno difesi dai raggi troppo forti e diretti – permette la crescita eccezionale dei pomodori cuore di bue, quelli grossi e succosi che sembrano sul punto di scoppiare. E che sono stati, insieme con la treccia e gli altri antipasti il vero pranzo di Genny.....
Granate che esplodono in una deliziosa insalata di pomodori crudi, condita con olio extra-vergine di oliva della penisola sorrentina e origano locale dal sapore balsamico.Monumentali per gli appassionati del crudo, fra i quali Gaetano Lerre, i frutti di mare vengono serviti su letto di ghiaccio: cozze, vongole, ostriche e ricci, tenuti in vita in una vasca di acqua salina, prima di arrivare in tavola ancora vivi. Prima della pasta, invocata da tutti....
E qui Peppino ci corregge, non esistono gli Spaghetti alla Nerano, esistono gli spaghetti con le zucchine.
Come accade per tutti i piatti di estrazione popolare, la ricetta non è mai univoca e son tutte giuste, ma esistono una serie di riti e codici da propiziare, per muoversi bene.
Primo, la scelta delle zucchine, preferibilmente gialle, più saporite a causa della maggiore esposizione al sole. Si presentano di taglia minuta e vanno affettate a rondelle quasi trasparenti.Lo spaghetto è armoniosamente carico di amido, avviluppato in una cremina di provolone e Parmigiano Reggiano, con zucchine leggermente croccanti che lasciarle nel piatto è da cilicio.
Scatta la scarpetta obbligata, con un pane al sesamo molto saporito, per raccogliere quell'ultimo pezzetto di monti che si calano sul Mar Mediterraneo.
Ma come nascono i famosi "Spaghetti alla Nerano"?
Erano i primi anni Cinquanta quando, un giorno, il principe Caravita, da tutti conosciuto come Pupetto di Sirignano, sbarcò nella piccola via di Marina del Cantone.
Era considerato un vero e proprio personaggio e animatore della vita sociale napoletana di quegli anni. Insieme al suo gruppo di amici capresi, andò a cenare, come di consueto, da Maria Grazia, già famosa per la sua ottima cucina locale.
Alla fine della giornata, quando tutte le donne stavano per riordinare la cucina, entra il principe Pupetto e - sfidato dai suoi amici capresi - chiede a Maria Grazia di preparare con lei un piatto di Spaghetti per gli amici.
Maria Grazia e le donne in cucina aiutarono il Principe a fare bella figura con gli amici, creando quello che, oggi, è considerato il piatto più famoso del mondo.
Gli ingredienti sono molto semplici:
- Zucchine dell'orto di famiglia, affettate e fritte in Olio Extra Vergine di Oliva (ma non troppo), scolate e messe in un recipiente senza utilizzare carta assorbente (come si usa oggi).
- Residui di caciocavallo insieme ad alcuni formaggi locali, pecorino e la famosa caciotta secca di fuscella. - una caciotta al fior di latte tipica di questi famosi paesi, che si consuma fresca. Per l'essiccazione si lasciano maturare in canestri di giunco. Purtroppo oggi, a causa delle nuove leggi sanitarie, non è più possibile praticare questo tipo di essiccazione e, quindi, le caciotte vengono essiccate in ceste di plastica. che, in buona parte, è la stessa delle zucchine fritte, quindi bisogna aggiustarsi a seconda di quanto olio ha tirato la zucchina.
- Tanto basilico e una bella manciata di pepe fresco alla fine.
L'ingrediente segreto del piatto più famoso del mondo rimane ancora un mistero...
Peppino ascolta, osserva e poi sparisce per apparire poco dopo con un enorme vassoio pieno di fichi.....e fa portare anche brocche di vino bianco con percoche...Una delizia.....
E poi aneddoti e riminiscenze, racconti di estati passate, con Sergio e Mimmo, mentre Maty allergica ai crostacei, riprova una squisita pezzogna all' acqua pazza...
Si festeggia la fine dell'estate, e l'augurio di ritrovarsi tutti insieme, come sempre a Capri, l' isola più bella del mondo.......