Papa Francesco, sin dal giorno della sua nomina a Pontefice, è sempre stato molto attento al mondo della politica mondiale, ovviamente con un occhio di riguardo a quella italiana data la ‘vicinanza’ di Palazzo Chigi. E ieri, ricevendo in udienza i parlamentari cattolici di diversi Paesi partecipanti all'Incontro dell'’International Catholic Legislators Network’, è tornato sull’argomento, chiedendo ai protagonisti ‘dell’arte del governo’ di dedicarsi a questo lavoro con amore e dedizione, senza ulteriori fini.
“In un'epoca di perturbazione e polarizzazione politica – ha detto - i parlamentari e i politici più in generale non sono sempre tenuti in grande stima. Questo non vi è nuovo. Tuttavia, quale chiamata più alta esiste che quella di servire il bene comune e dare priorità al benessere di tutti, prima del tornaconto personale? Il vostro obiettivo dev'essere sempre questo, perché una buona politica è indispensabile per la fraternità universale e la pace sociale”.
Il Santo Padre ha poi dedicato parte del suo intervento, e non poteva essere altrimenti, alla pandemia che “si accanisce. Abbiamo certamente registrato progressi significativi nella creazione e nella distribuzione di vaccini efficaci, però ci rimane ancora molto lavoro da portare a termine. Ci sono stati già più di duecento milioni di casi confermati e quattro milioni di morti per questa piaga terribile, che ha causato anche tanta rovina economica e sociale”.
La chiosa: “Per guarire il mondo, duramente provato dal virus, c’è bisogno non solo di cittadini responsabili ma anche di leader preparati e animati dal principio del bene comune”.