Quando la politica in Italia scade a livello di barzelletta. Il dirottamento verso il grottesco non è inusuale. Si rivela addirittura puntuale e frequente in occasione delle elezioni amministrative. Riappare e prepotentemente riaffiora in occasione della presentazione dei candidati. Nelle liste c'è di tutto e di più, a discapito ovviamente della qualità. Sempre più giù il livello, e il peggio pare non ci sia un limite. Cose comiche qua e là, perchè proprio tra le file dei comici – con tutto il rispetto dovuto alla loro arte – è possibile reperire candidati a consiglieri comunali e poi eventualmente assessori nella prossima tornata elettorale, ormai imminente.
Di tutto un po', compresi alcuni incredibili trasferimenti di transfughi. I cambiamenti di bandiera non si contano, la convenienza innanzitutto, frega un tubo l'ideale. All'insegna di va dove di porta l'interesse, non il cuore. Mancano sei giorni per completare le le liste per le elezioni del tre e quattro ottobre. Le polemiche nei partiti non si contano. Come pure il numero delle liste nella città, un autentico boom di sigle, trentatre a Napoli, ventitre a Milano. Tredici più di Roma, il doppio di Bologna.
Come detto, c'è di tutto. Attivisti, transfughi, volbagabbana, miss, comici, e pure le sardine. La lista di Calenda, a Roma, per dirne una, è guidata dalla fondatrice della Gay Street, Annalisa Scarnera.
A Torino il match è tra Stefano Lo Russo, centrosinistra, e Valentina Sganga, per i Cinque Stelle. Ma se c'è bisogno di cambiare musica e cantar vittoria nella tenzone politica il Pci ricorre a Stefano Righi, in arte Johnson. Esattamente lui, quello del duo musicale Righeira. Vamos alla playa, a ottobre.
A Torino proprio loro, le sardine, corrono con il centrosinistra. Diena la capolista, ecologista, era in prima linea nel movimento. E a Bologna, la docente di letteratura inglese Rita Monticelli, insegnante tra gli altri di Zaki ingiustamente tenuto in carcere in Egitto, avrà come avversaria anche Mattia Santori. La sardina che sette mesi fa aveva "attaccato il marcio del Pd". Niente male, come dimostrazione di coerenza.
Roma e Napoli rappresentano il top dei top dal punto di vista della comicità e dell'incongruenza, destinati poi a diventare, ad elezioni avvenute, sinonimo chiaro di inefficienza e incompetenza. Nella capitale è candidata un ex miss Italia, Nadia Bengala. E c'è pure Manuela Villa, figlia del famoso cantante Claudio Villa, tuttora nei cuori nostri malgrado sia passato da tempo ad altra vita. E il canto melodico sembra passato invece di moda.
A Roma corrono anche ex ministri. Alessandro Bianchi, titolare dei Trasporti all'epoca del governo Prodi, e l'ex ministro Percoraro Scanio, per il Movimento Cinque Stelle. Cinque liste civiche, più quella firmata da Virginia Raggi. L'ex reginetta di bellezza Nadia Bengala, il regista Massimo Spano, e il comico ottantenne Pippo Franco, candidato con il centrodestra con il conduttore televisivo Enrico Michetti. All'ex principe del Bagaglino, in caso di elezione, è stata promessa la carica di assessore alla cultura a Roma, che non intende negarsi nulla. Tra i candidati figura anche Ubaldo Righetti, ex calciatore, difensore della Roma e di straforo anche della nazionale italiana. Competenza politica e amministrativa, si presume, vicino allo zero. Anche in questo caso con tutto il rispetto.
Ma tant'è così vanno la politica e le cose nella capitale. A vuoto le pressioni di Silvio Berlusconi per convincere a candidarsi il presidente del Coni, Giovanni Malagò. L'invito respinto con estremo garbo, ma pure con energica insuperabile fermezza.
Qua e là le liste nelle varie città propongono in qualità di candidati anche personaggi di spessore, professionisti di livello, scienziati pure. A Napoli grande traffico di transfughi, senza nulla obiettare sulla volontà di Bassolino di ripresentarsi candidato a sindaco, dopo aver svolto egregiamente l'incarico per due mandati, prima dell'approdo alla presidenza della Regione Campana. Subdoli compagni di partiti e innumerevoli avversario definiscono "patetico" il tentativo di Antonio Bassolino. "Alla sua veneranda età poteva farne a meno, è destinato a un sicuro insuccesso". L'insulto e l'offesa abitano stabilmente in politica.
Reduce dalla rivoluzione arancione di De Magistris (candidato governatore in Calabria), a Napoli, il Pd propone come forza elettorale, probabilmente inattaccabile, tredici liste e l'alleanza con Conte e Leu. Il successo sembra scontato. Diciassette consiglieri comunali del sindaco uscente riabbracciano i dem. Solo in cinque restano a sostegno dell'assessore uscente Alessandra Clemente. Una donna coraggiosa che vide morire sotto i propri occhi la mamma Silvia Ruotolo, vittima incolpevole della camorra. La Clemente ha imbarcato nella sua lista Antonio Piccirillo, figlio di un noto capoclan. In lista per i dem c'è un ex calciatore, Antonio Carannante, campione d'Italia con il Napoli allenato da Ottavio Bianchi e vincitore di una Coppa Uefa. Ancora una conferma che spulciando nelle liste ci trovi di tutto.
Stanislao Lanzotti, regista dei dem del capolista Manfredi, fino a ieri in Forza Italia, è indagato per voto di scambio. Ma se proprio non volete fare a meno di ridere, ecco a voi il nome di un candidato dal cognome pesante, che più pesante non si può, a Napoli. Hugo Maradona, fratello di Diego, non lanciato tranquillo neppure in questa occasione. Il germano minore del più grande calciatore mai apparso sulla scena non solo di Napoli ai presenta come candidato col centrodestra. Ma con un problema ancora irrisolto, pena la non iscrizione nella lista. Quello dell'acquisizione della nazionalità italiana.
A Milano Fratelli d'Italia punta tutto sulla popolarità e il credito di cui gode su piazza il giornalista Vittorio Feltri. Le originalità sono rappresentate soprattutto da Sarah Brizzolara, leader del Fridays For Future; la portavoce della comunità rom e sinti, Dijana Pavlovic, e la transgender Monica Romano. Vorrebbero andare veloci i "Riformisti-Lavoriamo per Milano". Per questo hanno pensato al due volte campione del mondo di ciclismo Gianni Bugno. Nel capoluogo lombardo – fatto inedito e clamoroso – non sono candidati Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.
di Franco Esposito