Il Portogallo è l'unico Paese d'Europa, ad avere geograficamente un solo confine, anche se in realtà ne ha tanti.
È anche vicino all'Angola e al Monzambique il Portogallo, e alla Guinea Bissau, a São Tomé e Principe e Cabo Verde per restare in Africa.
Ma confina anche con Goa, Macau, Timor est e Malacca, suoi antichi possidementi in Asia.
E con il Brasile, dove dom Pedro I e suo figlio dom Pedro II trasferirono Corte e Cortigiani dopo che Napoleone Bonaparte ebbe invaso il Portogallo.
Sono centinaia di milioni le persone al mondo che parlano la lingua di Luiz de Camoes, il poeta nazionale lusitano.
E in quello straordinario caleidoscopio di genti e cultura che è Lisbona, questa meravigliosa lingua, la ascolti declinata in tutti i suoni possibili, dalla dolce cantilena africana alla musicale inflessione brasiliana fino alle asperità delle ricorrenti consonanti del portoghese continentale.
È diventato un modello di integrazione il Portogallo, e non poteva essere diversamente per un Paese che è stato ed è , per l'Europa, il balcone sull'Oceano.
Avranno avuto qualche Santo in meno rispetto agli italiani, ma quanto a Poeti e, in special modo, Navigatori, non sono stati da meno.
Da Cabral a Tristano da Cunha, da Magellano a Bartolomeo Dias ma soprattutto a Vasco Da Gama, non c'è stato angolo del globo terraqueo dove i portoghesi non siano arrivati.
Per esplorarlo hanno inventato la Caravella, di cui in seguito si sono appropriati gli spagnoli. Uno straordinario ed agile naviglio che ha permesso le esplorazioni praticamente di tutto il mondo.
Se è vero che Colombo e Vespucci hanno navigato per le Americhe, scoprendole per primi, è pur vero che i portoghesi hanno affrontato i più perigliosi mari del pacifico. Doppiando per primi il Capo di Buona Speranza (Da Gama). E l'estrema punta dell'America Latina (Magellano). Aprendo nuove e ricche rotte commerciali e spalancando all'Europa le porte dell'Africa, dell'Oriente e dell'America Meridionale.
Difficile che con un DNA del genere i portoghesi non abbiano sviluppato una cultura dell'accoglienza.
Lo sta dimostrando Antonio Costa, il leader che governa da 6 anni il paese più a sinistra d'Europa, che è stato capace di essere rieletto con quasi il doppio dei voti raccolti la prima volta. Favorendo non solo la ricca emigrazione europea con allettanti benefici fiscali, ma anche quella extra-comunitaria. Necessaria a compensare il fisiologico calo della natalità in Europa. E contemporaneamente a mantenere, mediante le contribuzioni previdenziali dei lavoratori occupati, le risorse necessarie ad una popolazione tra le più vecchie d'Europa.
Non ci credeva nessuno che Antonio Costa avrebbe fatto funzionare "a geringonça" il trabiccolo, come gli scettici chiamavano la sua alleanza di Governo.
E invece questo Avvocato caparbio e gentile ci è riuscito eccome.
Con un'azione di Governo moderata e pragmatica ha abbattuto il debito pubblico. E trovate le risorse per finanziare le aeree più disagiate del Paese. Abbassando la disoccupazione e aumentando il salario minimo.
Insomma ha fatto qualcosa di sinistra.
Ha poi mantenuto buoni rapporti con Bruxelles pur avendo accettato le imposizioni europee nella stagione della crisi del debito.
Il Paese si è poi incamminato in una serie di riforme economiche – favorite dal basso livello di deficit che è scaturito dagli interventi suggeriti dalla UE – che ha attirato importanti investitori internazionali.
Anche se, bisogna aggiungere, non ha dovuto fare i conti con i sovranisti e gli euroscettici che imperversano nel resto dell'UE.
I populisti della destra estrema di "Chega" (Basta), gli omologhi della Lega di Salvini in Portogallo, hanno infatti in Parlamento una rappresentanza piuttosto limitata. Diciamo un solo parlamentare, su di cui pesa l'onere di rappresentare tutta la destra sovranista portoghese. Una bella fatica.
Si può dire che i portoghesi abbiano saputo sfruttare bene i vantaggi della scarsa presenza della estrema destra in seno al Paese.
E intanto si preparano a tornare protagonisti in Europa, sfruttando lo storico vantaggio di essere il trampolino del Vecchio Continente verso le Americhe.
Dalle coste di Sines, la cittadina che diede i natali a Vasco de Gama, partono infatti le fibre ottiche del cavo sottomarino ElleLink. Che arriva fino a Fortaleza in Brasile. E che permette la trasmissione di dati ad alta velocità. Ma che soprattutto permette di bypassare "il controllo" che attualmente hanno gli americani nel traffico digitale dall'America Latina all'Europa.
Oltre a garantire come ha detto il ministro portoghese alla transizione digitale Pedro Sizia Vieira, un maggior controllo sul traffico globale di internet, garantendo la sicurezza delle comunicazioni.
Una leadership in un campo di straordinaria importanza per il futuro dell'Europa, opportunamente affidata ad un Paese che sta dimostrando di essere all'altezza delle migliori aspettative.
di Antonio Buttazzo