Un biennale da 25 milioni per riportare CR7 nella squadra che lo ha lanciato, lo United. 10 milioni in più invece per Leo Messi, che pure ha firmato un biennale ma con il PSG. Che il calcio moderno giri ormai intorno ai soldi, e a cifre astronomiche, non è una novità e non c'è da stupirsi. Addii clamorosi e altrettanti clamorosi ritorni sono, sempre più spesso, scanditi molto di più dalle esigenze dei club e dal denaro, piuttosto che dalla vera volontà di un giocatore di scegliere dove finire.
Messi sarebbe rimasto al Barcellona; per Ronaldo, probabilmente, un club sarebbe valso un altro purché l'accordo fosse stato raggiunto: basti pensare che, anche per un momento, al portoghese è stato vicinissimo il City, storico club rivale dello United. In tutto questo quindi viene da chiedersi che ne è stato del vecchio calcio romantico. E, oggigiorno, c'è ancora chi lo difende, o almeno ci prova.
"In serie A il nuovo concetto è fare il calcio solo per i soldi e questo sicuramente non mi piace. A me non mi piace fare calcio per i soldi". A dirlo è stato Zdeněk Zeman, alla sua quarta panchina a Foggia, durante un'intervista per AostaNews. Il boemo infatti è tornato nel calcio italiano e lo ha fatto nella città che lo consacrato, reso icona di un sogno che mantiene viva la passiona di un'intera comunità. Realtà che, purtroppo, un paio di anni fa ha vissuto la tragedia del fallimento, passando dalla gioia per lo storico ritorno in Serie B all'angoscia di vedersi precipitare in Serie D, tra angoscia e sofferenza di un futuro incerto.
La nuova proprietà, quella costituita dal duo Canonico-Pintus, ha voluto fortemente il boemo per programmare la rinascita di uno dei club più blasonati del Sud Italia per tentare al più presto la scalata nella categorie superiori. Accolto come un santo, tra ricordi di una vita e speranze per il futuro, gli occhi lucidi dei più datati e il fascino dei più giovani che di lui avevano solo sentito le narrazioni di padri e nonni, il boemo ha riacceso la speranza di un calcio sembra sempre più scomparire, quello dei romantici e delle società non multimilionarie che, tra tante difficoltà (e pandemia sopraggiunta) puntano sui giovanissimi e lavorano sodo per regalare un sogno e portare alla gloria un popolo che, da sempre, sostiene i suoi colori in qualunque sia la categoria.
Riuscirà Zeman nell'impresa alla sua quarta Zemanlandia?