Conte nel buferone. Non gli sono bastati i bernoccoli rimediati giorni fa al Meeting di Rimini. No. Ora il leader stellato ha pure un nuovo soprannome: da " Avvocato degli italiani " è passato ad " Avvocato dei Talebani". C'è una bella differenza. Ha cominciato in Romagna a minimizzare la Sharia, ha proseguito Roma come se niente fosse. Come se non sapesse che gran parte dei suoi lo punzecchiano con facile ironia. Solo Di Maio se ne sta in silenzio. Ma non troppo. e prende le distanze.
Al contrario Giuseppi. Non appena scorge un manipolo di cronisti, vi si fionda per ribadire: " Non ritengo che i Talebani siano affidabili per un dialogo ( meno male, ndr.) , però dico che in questo momento la guerra è finita e l'unica possibilità che intravedo è una comunità internazionale – tutta compatta – che tenti di astringere un confronto con i Talebani ". Campa cavallo.
A Rimini è stato spernacchiato quanto basta. Un mensile milanese di ispirazione cattolica ha scritto che sul palco di Rimini ha sfoderato "un linguaggio forbito, ossequioso, condito da supercazzole alla Amici miei".
E "di lì in poi è stato un punchball in una assemblea di pesi massimi". Come nel famoso detto, "solo dopo una buona mezz'ora capisce di essere lui il pollo al tavolo ".
Gli rimproverano di usare " frasi da depliant commerciale " e di spacciare come "forza tranquilla"il suo M5S. Di più: i penta stellati – garantisce il fiero Giuseppi "forte e chiaro" – sono attenti alle imprese e "fanno politica con il sorriso". Come le sardine a Bologna.
Addirittura ha anche cedimenti berlusconiani quando assicura, sempre forte e chiaro, che aboliremo l'IRAP, cioè l'imposta regionale sulle attività produttive. E poi chi la finanza la spesa sanitaria italiana?
Riferisce il giornale di Travaglio che Giuseppe Conte mica è stato zitto con Salvini e compagnia bella. Giuseppi gli ha tuonato in faccia, naturalmente forte e chiaro: "No al dialogo con i Talebani? Serve essere realisti e proteggere chi resta. Finiamola di fare i Nobel della geopolitica". Per Conte la terribile legge dei tagliagole è soltanto un po' "severa". Ha detto proprio così. Lo appoggia Alessandro Di Battista.
Dunque per l'ex premier i macellai sono solo inclementi. Sono soltanto i rigidi custodi della osservanza delle loro norme morali. Ma dove vive?
di Enrico Pirondini