Ricorre oggi, 30 agosto, a 56 anni di distanza, la tragedia di Mattmark in Svizzera, nella quale persero la vita 88 operai, di diverse nazionalità, tra i quali; 86 uomini e 2 donne –56 italiani, 23 svizzeri, 4 spagnoli, 2 tedeschi, 2 austriaci e un apolide. 37 di loro erano celibi, 51 sposati, 41 dei quali avevano 79 figli. Undici furono i feriti. La sciagura che si abbatté nel cantiere di Mattmark situato nella valle di Saas, nel cantone Vallese, rappresenta una delle peggiori calamità naturali svizzere della storia moderna e una delle più laceranti tragedie in cui hanno perso la vita lavoratori italiani all'estero impiegati nelle opere di modernizzazione delle infrastrutture civili.
A Mattmark quegli operai, assieme a diverse centinaia di colleghi, stavano costruendo la diga per contenere le acque, che ancora oggi sono utilizzate per erogare energia elettrica, quando due milioni di metri cubi di ghiaccio si staccarono dal ghiacciaio Allalin e si abbatterono sul cantiere, costituito da baracche abitate da tanti lavoratori stagionali.
La Comunità italiana in Svizzera ricorda e non vuole dimenticare quella tragedia, perché quel momento luttuoso e opaco ha smosso profondamente e gradualmente i rapporti umani e sociali esistenti all'epoca tra la Svizzera e l'Italia. Mattmark rappresenta lo snodo di una presa di coscienza collettiva sulla futura affermazione dei diritti del lavoro e anche sull'integrazione civile e politica degli stranieri in Svizzera.
Con riconoscenza e gratitudine il Consiglio Generale degli Italiani all'Estero e, in particolare i consiglieri svizzeri, nella giornata della memoria della tragedia di Mattmark, mantengono vivi i sentimenti e le lotte per i diritti profusi dai milioni di connazionali per modernizzare la Svizzera, che deve il suo splendore, la sua forza economica e la sua civilizzazione anche al pianto e alla tristezza di tanti italiani.