di ITALO CUCCI
Parla Mourinho e si sente profumo d’intelligenza. Ci sottrae al dominio degli opinionisti sparolanti senza idee. Gli chiedono dello scudetto, e lui: “Parlatene con Inzaghi”. Gli chiedono di Ronaldo dopo le ultime avventure: “L’unica cosa che dico è che se la Juventus è felice, se Cristiano è felice e se il Manchester United è felice è il business perfetto”. Non è colpa sua se ha parlato prima che l’Empoli infilasse la Juve portandola al vertice dell’infelicità.
C’è chi le rogne se le cerca e la fuga (o ripudio) di Ronaldo ha un solo autore, Allegri. Sull’argomento Nedved, Cherubini e Arrivabene (il nuovo Ceo che s’è svegliato come se fosse ancora in Ferrari e ha il vantaggio di essere abituato alle sofferenze) hanno fatto una figuraccia dicendo per giorni urbi et orbi “Ronaldo resta con noi”, quando ormai tutti sapevano che con un contratto di quattr’anni Allegri ha assunto i pieni poteri e dunque ha deciso lui di farne a meno, facendo la faccia di Guardiola quando gli hanno detto che CR7 arrivava al City. Schifato.
E adesso se li cerchi lui – insieme agli juventini che hanno scaricato il Cristiano come monnezza – i cento gol del portoghese, visto che lo accusavano di essere un narciso solipsista mentre chissà cos’erano, sabato sera, Chiesa, Dybala, Bernardeschi, Morata, McKennie e Kulusevski quando s’accanivano singolarmente – non come squadra – contro l’Empoli gagliardo (e Leonardo Mancuso) senza un baffo di gol. Annoto tuttavia il curioso silenzio di Andrea Agnelli (e di John Elkann): liberandosi di Cristiano Ronaldo hanno rimosso, senza fiatare, un affare da vertice Fiat. O Stellantis. Già: è caduta una stella. E prima o poi dovranno parlarne. Non solo in consiglio d’amministrazione.
Nel frattempo, ancora incurante dei primi passi delle altre quattro sorelle (Milan, Napoli, Roma e Atalanta, dico bene?) colgo innanzitutto il suggerimento di Mourinho e parlo (virtualmente) con Simone Inzaghi. E gli dico di non dar retta alle sirene che prima hanno allarmato il popolo della Beneamata per l’amaro addio di Conte e Lukaku e adesso lo incantano con le storie dolciastre di Dzeko e Correa: badi a lavorare, com’è ben scritto nel suo curriculum laziale.
E a proposito di Lazio, complimenti a Lotito e al Comandante Sarri che si è messo al suo servizio come un giovane generale smanioso di gloria. Ho letto che Sarri sarebbe andato al Milan se non avesse palesato idee rivoluzionarie di sinistra. Lotito, sveglissimo, parlando con gli amici più stretti ha scoperto che il Che Guevara era di destra…