DI MARCO FERRARI
Pronti e via: la 78esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, da mercoledì 1 settembre all'11 settembre, ha un programma davvero straordinario, in grado di soddisfare sia il pubblico che la critica. Alberto Barbera, direttore di Festival, spera che si tratti di una vera e autentica ripartenza per il mondo del cinema: "Ci auguriamo – ha detto - che sia davvero quella ripartenza che ci auspicavamo l'anno scorso e che non si è realizzata. Ci sono tantissime star da tutto il mondo. C'è la volontà di essere presenti e di promuovere i film, di viaggiare, distribuire i film nelle sale, recuperare le vecchie abitudini. C'è molto più pubblico e più accreditati, circa il 50 per cento in più rispetto all'anno scorso. Insomma, una Mostra quasi normale".
Con cinque film italiani in concorso, il Festival quest'anno rende giustizia alla nostra attuale cinematografia. I titoli italiani in concorso sono l'attesissimo "Freaks Out" di Gabriele Mainetti che secondo Barbera "omaggia grandi autori come Fellini, Leone e Spielberg rimanendo personalissimo e originale". Poi tocca a "È stata la mano di Dio" di Paolo Sorrentino, prodotto da Netflix, che ricostruisce i tragici eventi che hanno portato alla morte dei genitori del regista e l'elaborazione del lutto che ne è seguita, spingendolo a trasferirsi da Napoli a Roma. Nel cast anche Toni Servillo, che sarà a Venezia con ben tre film, fra cui "Qui rido io" di Mario Martone, che mette in scena la figura di Eduardo Scarpetta, capostipite dei comici napoletani di inizio secolo scorso, dove Servillo giganteggia in mezzo a un cast di caratteristi straordinari e "America Latina" dei fratelli D'Innocenzo, che stanno scalando le vette del cinema italiano collocandosi fra gli autori più discussi in assoluto, con protagonista unico Elio Germano.
Infine, ecco "Il buco" di Michelangelo Frammartino. L'Italia è presenta anche con sei titoli fuori concorso: "La scuola cattolica" di Stefano Mordini; il terzo film di Leonardo Di Costanzo "Ariaferma", in chiusura della Mostra; "Il bambino nascosto" di Roberto Andò; "Viaggio nel crepuscolo" di Augusto Contento; i due documentari musicali "DeAndré#DeAndré" di Roberta Lena ed "Ezio Bosso: le cose che restano" di Giorgio Verdelli. Quattro presenze anche fra Orizzonti e la sua nuova "espansione" Orizzonti Extra ("Atlantide italiano" di Yuri Ancarani, "Il paradiso del pavone" di Laura Bispuri, "La ragazza ha volato" di Wilma Labate e "La macchina delle immagini" di Roland Sejko). In cartellone anche due eventi speciali: "Le 7 giornate di Bergamo" di Simona Ventura e "Il cinema al tempo del Covid", video diario commissionato dalla Biennale ad Andrea Segre per raccontare l'edizione 2020 della Mostra. "Il cinema italiano negli ultimi 20 anni non è mai stato così vivace e vitale come oggi. Non solo c'è un grande investimento produttivo, ma c'è anche una grande qualità. Sono film diversissimi tra loro, molto personali, assai originali, percorrono sentieri inediti e nuovi. Un ottimo segnale per il futuro del nostro cinema" sostiene il direttore Barbera.
Ma ecco la novità dell'ultima ora: è entrato nel programma, fuori concorso, "Ennio" di Giuseppe Tornatore, ritratto a tutto tondo di Ennio Morricone, musicista conosciuto e amato in tutto il mondo, tra i più influenti e prolifici del Novecento, due volte Premio Oscar, autore di oltre 500 colonne sonore indimenticabili. "Ho lavorato trent'anni con Ennio Morricone – ha dichiarato Giuseppe Tornatore. - Ho fatto con lui quasi tutti i miei film, per non contare i documentari, gli spot pubblicitari e i progetti che abbiamo cercato di mettere in piedi senza riuscirci. Durante tutto questo tempo il nostro rapporto di amicizia si è consolidato sempre di più. Così, film dopo film, man mano che la mia conoscenza del suo carattere di uomo e di artista si faceva più profonda, mi sono sempre chiesto che tipo di documentario avrei potuto fare su di lui. E oggi si è avverato il sogno".
Il documentario racconta Morricone attraverso una lunga intervista di Giuseppe Tornatore al maestro, testimonianze di artisti e registi, quali Bertolucci, Montaldo, Bellocchio, Argento, i Taviani, Verdone, Barry Levinson, Roland Joffè, Oliver Stone, Quentin Tarantino, Bruce Springsteen, Nicola Piovani, Hans Zimmer e Pat Metheny. Tra i film più attesi in concorso figurano "Madres Paralelas" di Pedro Almodovar, "Un autre monde" di Stephane Brizé, "Illusionens perdu" di Xavier Giannoli, "The Card Counter" di Paul Schrader, "Reflection" di Valentyn Vasyanovych e "La Caja" di Lorenzo Vigas. "Venezia è sempre stata al centro del mondo e nella ripartenza ha giocato un ruolo straordinario", ha detto il ministro della Cultura Dario Franceschini. Ieri sera preapertura con la proiezione del documentario di Segre e della pellicola "Per grazia ricevuta", il celebre film del 1971 scritto, diretto e interpretato da Nino Manfredi, in omaggio all'attore e regista per i cento anni dalla sua nascita. Si tratta di una copia restaurata dal Centro Sperimentale di Cinematografia - Cineteca Nazionale e da Istituto Luce - Cinecittà a partire dal negativo originale. Erano presenti in sala i figli del grande attore, Giovanna e Luca Manfredi, quest'ultimo con le sue figlie Margherita e Matilde.