Gente d'Italia

LETTERE AL DIRETTORE Che fine ha fatto il “caso-Ventre”?

Egregio Direttore,

Che fine ha fatto il "caso-Ventre"? Sono passati molti mesi da quel Primo Gennaio quando il giovane è morto dopo aver tentato di entrare nell'ambasciata italiana in Uruguay.... Come mai nessuno ne parla più? Eppure è un caso gravissimo... Perchè la stampa non torna sull'argomento? Non ci sono novità ?

Prof. Francesco De Stabile, Torino

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Risponde Stefano Casini

Il caso Ventre non è stato dimenticato dal nostro giornale....

Dal 1o Gennaio 2021 il connazionale morto all'interno della nostra Ambasciata, ha avuto molta presenza, sia nella stampa locale, forse meno nella stampa italiana. Allora? Possiamo sostenere che è un caso dimenticato? La stampa italiana, in un primo momento, ha titolato la morte di Luca Ventre, nel mezzo delle mobilitazioni che i familiari, giustamente, assieme alle organizzazioni per i diritti umani, hanno portato avanti dal principio.

Anche se dalla perizia forense italiana, rispetto a quella uruguaiana ancora non ci sono certezze assolute,  la stampa italiana, sin dal principiop ha catalogato la mancanza di un'indagine approfondita sulle cause della morte del Ventre. La famiglia di Luca, in Italia, non ha dubbi che questo rapporto forense sia decisivo per la giustizia per determinare la responsabilità della polizia uruguaiana.

L'avanzato stato di decomposizione del corpo di Luca che era già stato seppellito per la prima volta in Uruguay e per la seconda volta in Italia, ha reso il fatto molto difficile e la cronaca italiana si basa sulle informazioni cliniche e sui video. Questo aggrava la situazione, perché le autorità italiane concludono lo stesso della famiglia di Ventre, che si tratti di una mancanza grave delle autorità italiane. In ogni caso la perizia italiana "mette in discussione" quella uruguaiana, ció che ha provocato un dibattito tra i medici per le determinazioni fiscali.

Turri i rapporti italiani insistono sull'ipossia cerebrale che, in poche parole, significa la diminuzione dell'apporto di ossigeno al cervello.
Gli esperti spiegano che in medicina umana e veterinaria esiste una terminologia titolata "il tempo è il cervello" e si usa nei momenti in cui un essere vivente non ha abbastanza ossigeno per sopravvivere. È una realtá che, col passar dei minuti o secondi il cervello non riceve abbastanza ossigeno e i neuroni cominciano a morire. 

In Uruguay, lo scomparso ex Ministro dell'Interno Jorge Larrañaga, aveva detto che il poliziotto coinvolto era sotto indagine amministrativa e, fino a quando non fosse stata emessa la decisione della giustizia uruguaiana, lo stesso ministero non avrebbe fatto commenti. 

Intanto, il padre di Luca, Mario Ventre, ha affermato: "Vogliamo che questa violenza sia espressamente condannata dal ministro dell'Interno se non vuole parlare di quanto accaduto all'ambasciata. beneficiato della verità sono tutti responsabili, la verità è la guarigione. La menzogna genera più violenza. Un errore umano del poliziotto e una violenza non necessaria si concludono con la morte di Luca". 

L'accusa afferna che, a partire da mercoledì 19 maggio 2021, solo gli agenti incaricati per trasferire Luca Ventre dall'ambasciata all'Hospital de Clínicas e un funzionario dell'ambasciata incaricato della sicurezza, nonché la guardia giurata, erano tornati a testimoniare. Intanto il personale di sicurezza dell'ambasciata che lo ha trattenuto con l'ufficiale di polizia non possono ancora lasciare il Paese in attesa della raccolta di tutte le dichiarazioni. 

Per ora le fonti ribadiscono,  sulla base della perizia forense del dottor Bazán e di un video interno del Hospital de Clínicas, che soltanto ha potuto vedere la procura uruguaiana, la condanna fiscale continua ad essere che la morte di Ventre sia stata il prodotto di uno stato generato dal consumo di cocaina. Questo dettaglio ha messo in furia la famiglia di Luca

Qual é il futuro scontro? - Anche se manca la decisione della  magistratura italiana nel procedimento penale No 9328/21, un primo grado di discussione si è stabilito come già scritto nelle perizie forensi e questo ha già data di maggio 2021.  Quale sarebbe allora il grande braccio di ferro? Da una parte l'Uruguay sostiene che Luca sia morto nell'Hospital de Clínicas a causa del consumo di cocaina, mentre l'Italia sostiene che Ventre sia stato ucciso da un ufficiale di polizia uruguaiano in piena giurisdizione del suolo italiano. Se la giustizia italiana si avvalesse della perizia forense dell'Uruguay, si profila, sicuramente una richiesta di estradizione del responsabile uruguaiano (sempre secondo le indagini delle due procure). 

Ricordiamo (GENTE D'ITALIA era presente), che l'11 maggio del 2017 è stata approvata la legge 19.586 sul trattato di estradizione tra Uruguay e Italia. Secondo il provvedimento sull'articolo 1, le due nazioni hanno  l'obbligo di applicare l'estradizione: "Ciascuna parte contraente, in conformità alle disposizioni del presente trattato e su richiesta dell'altra, si impegna ad estradare le persone che si trovano nel suo territorio e nei confronti di quale sussiste nel richiedente una misura detentiva, disposta da un'autorità giurisdizionale nel corso di un procedimento penale o di una sentenza di condanna definitiva e in condizione di essere eseguita. Reati che danno luogo all'estradizione 1. Ai fini del presente Trattato, l'estradizione può essere concessa quando: a) la richiesta di estradizione è proposta per avviare un procedimento penale e il delitto è punito, secondo il diritto di entrambe le parti, con una pena detentiva non inferiore a due anni; b) la domanda di estradizione è formulata per l'esecuzione di una condanna definitiva ad una pena detentiva o ad altra misura restrittiva della libertà personale, per un delitto punito dalla legge di entrambe le parti, e all'atto del deposito della domanda. la pena o la restrizione ancora da scontare è di almeno sei mesi». 

Stefano Casini

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