Di JUAN RASO
Naturalmente ripugnano a tutti noi le decisioni politiche e religiose dei talebani nei confronti delle donne. L’ultima che leggo su Gente d’Italia é che il governo afgano ha deciso che le donne non potranno piú giocare al cricket né a nessun altro sport che esponga i loro corpi ai media.
E’ pure vero peró che noi – cosí virtuosi nella censura altrui – trasportiamo sulle spalle una cultura che durante secoli ha relegato le donne ad un secondo piano, ed in alcuni casi le ha annullate totalmente. Ma siccome non siamo Talebani, di molte cose neanche ce ne accorgiamo, tanto é che sono incistate nel nostro modo personale e sociale di essere.
Alcuni dei nostri pregiudizi o stereotipi sono addirittura riconosciuti dalle legislazioni occidentali, e li applichiamo normalmente senza scandalizzarsi affatto, Parliamo dei libri sacri degli altri, ma dimentichiamo di guardare nei nostri codici.
E’questo il caso del concetto del “buon padre di famiglia”, tramandato nel diritto occidentale sin dall’epoca romana. Il Codice Civile italiano, nell’articolo 1176 si riferisce al concetto di “diligenza dell’adempimento” e segnala che “nell'adempiere l'obbligazione il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia”. Ma non é tutto qui: ben altri 17 artícoli del códice civile italiano (ma non diversa é la situazione del codice civile uruguaiano) si riferiscono al criterio del “buon padre di famiglia”: per essere valutati come giusti e ragionevoli nei rapporti giuridici bisogna agire como “un buon padre”.
Nel Corpus juris civiliss Giustinianeo si parla di diligentia diligentis patris familiae («diligenza del padre di famiglia diligente»), e il concetto latino era usato per valutare la responsabilitá del titolare di una determinata obbligazione e capire se aveva agito con colpevolezza o ragionevolmente. ll bonus pater familias nella società romana era chi gestiva la comunità familiare e gli affari, in quanto unico soggetto legittimato dal diritto.
Il concetto è di contenuto indeterminato e affida al giudice l’interpretazione di cosa deve considerarsi giusto, ragionevole. Il diritto elabora cosí il concetto della diligenza media che caratterizza l’agire di una persona, che abbia la responsabilità di sostenere la sua famiglia. In epoche antiche questa responsabilitá era assunta dall’uomo nell’ambito di una famiglia patriarcale e quindi aveva una certa giustificazione. Oggi il concetto legale segue le orme antiche, anche se crescono le famiglie monoparentali con conduzione di madri singole, Ma io del criterio della “buona madre di famiglia” non ne ho mai sentito parlare. I codici attuali continuano ad attribuire solo al padre di famiglia saggezza e ragione.
La consulente Laura Gagliardi spiega che la condotta del buon padre di famiglia riveste il ruolo di criterio oggettivo di valutazione di un comportamento determinato. “La diligenza del buon padre di famiglia è un canone di lealtà, impegno, rigore, onestà”. Il buon padre di famiglia è un’icona esistente nella nostra società – aggiunge la giurista -: “E’ quell’uomo considerato di alto rigore, lealtà, onestà, impegno, determinazione, cura e dedizione per la famiglia. Un uomo di alta considerazione e stima sociale”. Nient’altro da aggiungere?
Ricordo che la legge usa una parola molto precisa - “padre” -, che non ammette generalitá. Il padre é il padre, e la madre é la madre, che nell’idea del diritto civile – dai romani in cui – deve vivere in casa, senza rapporti giuridici esterni.
Non sono l’unico a rifiutare il fatto che il nostro diritto continui a usare como regola di ragionevolezza un criterio antico come quello del buon padre di famiglia. I francesi hanno giá reagito di fronte a questo stereotipo di genere e hanno modificato in 14 articoli del loro codice civile l’espressione bon père de famille per il semplice avverbio raisonnablement. Facile no? Non ci vuole tanto per correggere parole che continuano a riportare al presente la disuguaglianza di genere del passato.
Sia chiaro: detesto i Talebani. Ma prima di lanciare pietre, guardiamoci intorno...