Sarà inaugurato il 30 settembre, frutto dell'ingegno di Renzo Piano e del suo team. Il tanto atteso 'Academy Museum of Motion Picture', progetto da mezzo miliardo di dollari, si sviluppa su 28.000 metri quadrati. La sfera che lo caratterizza, definita dal suo creatore 'astronave', poggia su isolatori antisismici, per la prima volta voluti all'esterno. Tanta Italia, anche nelle poltrone per il teatro: arrivano dalla trevigiana Lino Sonego.
Di ROBERTO ZANNI
È passato attraverso dimissioni improvvise, budget cresciuti di 100 milioni di dollari, raccolta fondi fermate e quindi riprese per poi arrivare al ritardo dovuto alla pandemia. Un percorso tortuoso, ma finalmente è partito il countdown per l'inaugurazione del 'Academy Museum of Motion Picture' (voluto dalla Academy of Motion Picture Arts and Sciences famosa in tutto il mondo per gli Oscar) prevista il prossimo 30 settembre. Ecco il museo del cinema di Los Angeles, la città dei film che si trova appena un paio di minuti a piedi da un altro edificio divenuto iconico: il Petersen Automotive Museum, uno dei più grandi musei al mondo dedicati all'automobile, ai motori. Dal 2012, l'annuncio della realizzazione del museo del cinema al 2021 di tempo ne è passato ma l'opera adesso è pronta e porta una grande firma italiana: l'architetto, ma dal 2013 anche senatore a vita, Renzo Piano. Come raccontano a Los Angeles l'edificio, strutturalmente, collega il passato (una volta, costruito nel 1939, era lo Streamline Moderne May Co., un grande magazzino) al futuro e Piano (che compirà 83 anni martedì prossimo 14 settembre) definisce la sua enorme sfera fantascientifica che ospiterà il più grande dei due teatri, come 'l'astronave'. E visto che siamo nel 2021 il museo mostrerà film reali e non solo nelle due sale, ci saranno teche con cimeli, pannelli e schermi di ogni dimensione con tutto quello che il cinema può offrire. Un'opera da 482 milioni di dollari, un punto di riferimento moderno e aerodinamico con un teatro a cupola, un globo che lievita unito da ponti di vetro sormontato da una terrazza con vista panoramica che non poteva che essere in lontananza l'enorme insegna 'Hollywood' divenuto il simbolo della città di Los Angeles e dell'industria cinematografica nel mondo. Una superficie di quasi 28.000 metri quadrati all'interno dei quali c'è di tutto, si passa dalla Sidney Poitier Grand Lobby, dedicata al primo attore afro-americano a vincere un premio Oscar nel 1964, poi la Spielberg Family Gallery che avrà decine di monitor dai quali si ripercorrerà la storia del cinema in 10 minuti, con spezzoni di oltre 700 pellicole. C'è anche il modello, appeso al soffitto, dello stampo originale del grande squalo bianco di 'Jaws' il celeberrimo film di Steven Spielberg, poi oggetti arrivati da Brooklyn, lo studio di Spike Lee, quindi Star Wars come l'accappatoio di Dude da 'Il grande Lebowski', ma anche l'abito di Claudette Colbert indossato quando interpretò Cleopatra. Solo alcuni esempi, con il mondo del cinema racchiuso in una costruzione unica, ma sotto la sfera, a sostenerla e proteggerla, anche isolatori rossi e neri, voluti per stabilizzare l'edificio in caso di terremoto. Di solito queste componenti architettoniche antisismiche vengono 'nascoste', in profondità e proprio a Los Angeles ci sono numerosi esempi al proposito. Ma l'architetto Piano ha voluto esporli, tutti possono vederli: sono otto strutture, tozze, in acciaio, non troppo alte rivestite di vinile nero con in mezzo vernice rossa. L'architetto Daniel Hammerman del team 'Renzo Piano Building Workshop' ha spiegato che "con gli isolatori di base l'idea è: il terreno si muove e l'edificio no". In questo modo l'isolatore, in caso di scosse sismiche, si trasforma in un ammortizzatore, permettendo alla terra di muoversi senza trasmettere quell'energia alla costruzione. All'interno degli isolatori dei 'dischi' realizzati in acciaio inossidabile, ad incastro, materiale non corrosivo. Possono sostenere fino a 76 centimetri di spostamento differenziale, il che vuol dire che il terreno si può spostare fino a quella lunghezza prima che l'edificio avverta quello che sta succedendo e possa oscillare. Sono visibili perchè Renzo Piano ha voluto celebrarli: le sue opere vogliono sempre mostrare come l'edificio funziona, come è costruito, è così anche questa volta. Speciale fuori, e ovviamente anche dentro: un solo esempio, le poltrone per i teatri. Ci sono voluti due anni per sceglierle, esemplari spediti per le prove e anche un test dove vengono prodotte e non poteva che essere in Italia naturalmente. Dove? Alla Lino Sonego srl che ha la sua sede a Pianzano di Godega di Sant'Urbano in provincia di Treviso, un'azienda che rappresenta il made in Italy dal 1950 e ora, meritatamente, ha vinto il suo speciale Oscar.