di Matteo Forciniti
Continuano i problemi relativi ai servizi consolari in Uruguay. Dopo le difficoltà dei mesi scorsi sulle cittadinanze sospese, questa volta è il servizio passaporti a destare maggiori preoccupazioni come è emerso martedì sera durante l'ultima seduta del Comites dove è stato affrontato l'argomento.
"Ancora una volta si registrano problemi. La gente non riesce ad ottenere appuntamenti per il passaporto e la situazione sta diventando sempre più stancante. Noi che lavoriamo nei patronati lo vediamo tutti i giorni": questa l'ennesima denuncia di Alessandro Maggi, presidente del Comites oltre che responsabile del patronato Inas di Colonia.
Il capo della cancelleria consolare di Montevideo Alberto Amadei ha ammesso l'esistenza del problema lasciando intendere che si può fare ben poco per risolverlo: "Prima c'erano molti più appuntamenti perché la domanda era molto bassa. Adesso che le persone hanno ripreso a viaggiare la domanda è esplosa e ci ritroviamo al massimo delle nostre capacità". "Noi" -ha assicurato il responsabile dell'ufficio consolare- "cerchiamo di assecondare le reali esigenze sulla richiesta di appuntamenti che possono essere dati a volte per motivi di urgenza come può essere ad esempio un biglietto aereo già comprato. Basta scrivere una mail per segnalare i casi speciali. Ovviamente possiamo fare queste eccezioni nei limiti del possibile perché se lo fanno tutti non ci riusciamo".
Durante la seduta del Comites è stato poi toccato il tema della recente decisione del Ministero della Salute di mantenere l'obbligo di una quarantena di 10 giorni per i viaggiatori che arrivano in Italia dall'Uruguay. In base all'ultima circolare che durerà fino al 25 ottobre l'Uruguay resta nell'elenco E tra i paesi considerati a rischio nella diffusione del Covid 19, detto in termini più chiari resta una minaccia per la salute nazionale. Si tratta però di una decisione totalmente assurda e discriminatoria e lo dimostrano chiaramente i numeri dell'emergenza sanitaria in un paese che può vantare uno dei più alti tassi al mondo di vaccinazione. Non a caso, dopo l'intervento di diversi stati come Spagna, Germania e Francia, anche l'Unione Europea è tornato a inserire l'Uruguay nell'elenco dei paesi sicuri.
Anche in questo caso lo sforzo delle autorità diplomatiche consolari -direttamente toccate da una decisione del genere- sembra essere completamente privo di qualsiasi forza, di qualsiasi pressione. "Abbiamo visto cosa ha deciso l'Unione Europea ma non abbiamo novità al riguardo. Per il momento l'Uruguay resta nell'elenco E" ha dichiarato Amadei.