L’America è stata scoperta da Colombo? Contrordine: è stata scoperta da un frate dominicano 130 anni prima”. Questi gli insoliti titoli di diversi giornali italiani di oggi. Insoliti per ignoranza storica, residui di eurocentrismo e incapacità di leggere la notizia. Andando in ordine, un gruppo di ricercatori della Statale di Milano trova una fonte finora inedita, “cronica universalis” del dominicano Galvano Fiamma, scritta a Milano nel 1340. Un testo che ora è in fase di trascrizione per essere pubblicato. È qual è la notizia sconvolgente per la stampa? Che il buon Fiamma scrive di avere sentito raccontare da marinai che conoscono la Scandinavia (genovesi?), che esiste una terra a ovest della Groenlandia e che si chiamerebbe Marckalada.
Questo per molti titolisti è la prova provata che Cristoforo Colombo non ha “scoperto” l’America ma bensì Fiamma nel XIV secolo! Un’affermazione che lascia di stucco. In base a quanto si sa sulla storia delle navigazioni, i norreni (noti anche come vichinghi) arrivarono nel continente americano alla fine del X secolo e fondarono piccoli insediamenti provvisori in quelle terre che chiamarono Vinland e Markland (oggi Canada). Dopo una cinquantina di anni ripiegarono sulla Groenlandia da dove erano partiti. Non si sognarono mai di parlare di “scoperta”, contrariamente di quando arrivarono nell’Islanda disabitata nel IX secolo, perché incontrarono altra gente già presente.
Ed è questo il punto dolente nella descrizione giornalistica: il perpetuarsi della visione eurocentrica che non considera “gente” chi è fuori dalla storia dell’Occidente. Non si “scopre” un Continente popolato da 30.000 anni tranne che tu non riconosca l’umanità o la sovranità delle persone “scoperte”. Quando Marco Polo nel XIII secolo raccontò la Cina, non lo fece da “scopritore”, ma da “informatore”. Nessuno si sarebbe mai sognato di pensare che l’Impero cinese non fosse uno stato, né che i cinesi fossero da studiare per scoprire se avessero l’anima. Nel caso americano invece no, il continente era terra di nessuno e nessuna entità politica esistente, dalla semplice tribù amazzonica fino al complesso Impero Incaico, poteva essere riconosciuto come tale. Da qui il concetto di “scoperta” con il quale si continua a titolare giornali a distanza di oltre cinque secoli. A pensarci bene una scoperta però vi fu: la reciproca ignoranza dell’esistenza di mondi e persone dai due lati del grande oceano Atlantico.
Gli americani scoprivano che esisteva l’Europa, gli europei che esisteva l’America. Per concludere, come doveva essere presentata la notizia del nuovo testo trovato a Milano? Come l’ulteriore conferma che i norreni sono stati i primi europei ad arrivare in America. Ma anche che la notizia sull’esistenza di una massa continentale (o almeno insulare) aldilà dell’Atlantico era arcinota ben prima di Colombo, che iniziando la sua carriera in Portogallo aveva avuto infinite possibilità di saperlo. Una conferma insomma di cose risapute da noi e dallo stesso Colombo, che portò a casa solo la gloria di essere riuscito ad essere il primo ammiraglio ad arrivare in America, e tornare vivo, partendo dalla Spagna.
ALFREDO LUÍS SOMOZA