Tra il serio e il faceto, ieri il Papa ha lanciato un atto d’accusa niente male che fa capire come all’interno della Chiesa la situazione non sia proprio tutta rose e fiori. “Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene. Fare quell'intervento chirurgico è stata una decisione che io non volevo prendere: è stato un infermiere a convincermi. Gli infermieri a volte capiscono la situazione più dei medici perché sono in contatto diretto con i pazienti”.
Parole dette dal Pontefice nel corso di una conversazione privata avuta con i gesuiti a Bratislava, riportata da Antonio Spadaro (direttore di Civiltà Cattolica) e riportata dal quotidiano ‘La stampa’. In forma, il Pontefice, che ha continuato il suo dialogo con parole ben indirizzate, difendendo comunque la comunità dei credenti: "C'è una grande televisione cattolica che continuamente sparla del Papa senza porsi problemi. Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo”.
E poi giù duro: “Ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare, predicare. Alcuni mi accusavano di non parlare della santità. Dicono che parlo sempre del sociale e che sono un comunista. Eppure ho scritto una Esortazione apostolica intera sulla santità, la Gaudete et exsultate”.