di Stefano Ghionni
La Lega perde pezzi. L'eurodeputata Francesca Donato ha infatti deciso di abbandonare il partito di Matteo Salvini. Motivo: i provvedimenti presi dal governo per contrastare la pandemia. In particolare l'obbligatorietà del green pass, contro la quale il Carroccio non si sarebbe battuto abbastanza. "Prevale la posizione dei ministri, con Giorgetti, e dei governatori. Io non mi trovo più a mio agio e tolgo tutti dall'imbarazzo", ha dichiarato la diretta interessata a Repubblica puntando il dito contro un “partito con diverse anime”, in cui “c'è una prevalenza della linea dei governatori (Fedriga e Zaia in particolare, ndr) e dei ministri, capeggiati da Giorgetti, a favore delle scelte del governo Draghi”.
“Il segretario - ha argomentato ancora la Donato - ha cercato di dare forza a quanti come me giudicano che le decisioni sul green pass siano sproporzionate e inadeguate. Salvini ha dovuto mediare, ma a un certo punto si è fermato, non giudico il suo lavoro". Parole dure, da cui trapela l’esistenza di un Carroccio diviso, tra l’ala populista (di cui fa parte anche il deputato Borghi) che strizza l'occhio alla Meloni e quella filo governista di Giorgetti e dei governatori del Nord. Una lettura che però lo stesso Salvini ha rispedito al mittente, smentendo di netto l'idea di una Lega spaccata e rilanciando l’unitarietà del partito di via Bellerio. Partito, occorre dirlo, che ha subito reagito, accettando senza colpo ferire il passo indietro dell’eurodeputata.
"È normale che nel primo partito d'Italia che ci siano correnti diverse, ma dentro la Lega non c'è spazio per i no vax" ha sbottato, a stretto giro, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga (a sua volta favorevole al green pass) a Radio Capital. Insomma, va bene pensarla in maniera diversa, ma presentare argomentazioni che finiscono nella sacca "no vax" non è tollerato. "Saluto, ringrazio e dico tanti auguri a chi va via" si è limitato a commentare, in maniera quasi scostante, lo stesso Salvini. La Donato resterà comunque a Bruxelles. Non rinuncerà alla sua carica di eurodeputata. Forse passerà in FdI, dal momento che ha voluto riconoscere a Giorgia Meloni "coraggio e lungimiranza non entrando al governo".