Mezza Lega diserta il voto alla Camera sul decreto legge “green pass” bis. Ieri, l'Aula di Montecitorio ha confermato la fiducia al governo Draghi (413 i voti a favore, 48 quelli contrari). Ma all'appello sono mancati 51 deputati del Carroccio: tra questi 41 sono risultati assenti “ingiustificati”. Una scelta, la loro, che rischia, ora, di alimentare le polemiche all'interno del partito, già innescate, due giorni fa, dal governatore friulano Massimiliano Fedriga, il quale, di fronte alla decisione dell’eurodeputata Francesca Donato (contraria all’obbligatorietà del green pass), di mollare i salviniani, aveva affermato che in via Bellerio “non c'è spazio per i no vax”.
Dal canto suo, Matteo Salvini ha provato a smorzare sul nascere ogni querelle, anche se nella Lega appare, di giorno in giorno, sempre più netta la linea di demarcazione che separa il fronte populista che scimmiotta FdI (e la Meloni) dall’ala filo-governativa di Giorgetti e dei governatori del Nord Est. Intervenuto in conferenza stampa, Salvini ha addirittura giustificato gli assenti: “I parlamentari sono liberi di esserci o non esserci. Ognuno è libero di agire secondo coscienza, siamo in democrazia e non in un regime” è stato il suo commento (con il capogruppo Molinari che ha parlato di "interpretazioni pretestuose" sulla presenza o meno dei parlamentari leghisti).
“C’è la Lega, punto. È chiaro che il primo partito del Paese che ha milioni di italiani che gli danno fiducia ha sfumature diverse, però noi vogliamo tenere insieme salute e lavoro” ha rincarato la dose Salvini. Insomma: la spaccatura sembra non preoccupare affatto l’ex ministro, né lo smuove la possibile uscita dalla Lega di alcuni esponenti contrari alla vaccinazione (come accaduto, appunto, con la Donato). “Nei prossimi giorni – ha anzi, rilanciato Salvini – si aggiungeranno ai nostri gruppi alcuni parlamentari di diversi partiti, non solo di centrodestra. Per uno che va dieci ne entrano”. Addirittura, per confermare l'ottimo stato di salute di cui gode la Lega, Salvini ha anticipato che se a fine ottobre i dati sui contagi saranno incoraggianti, si potranno riavviare i congressi della Lega, che non si potevano celebrare in emergenza sanitaria.