di Juan Raso
Seguo con attenzione l’azione rivoltosa in Italia degli anti-vax, movimento che in un mondo globale appare come espressione di uno stato di follia che a mio giudizio ha trovato un'occasione di sfogo nella pandemia.
L’espressione “anti-vax”, di origine inglese, sta ad indicare quelle persone o gruppi che non accettano essere vaccinati ed allo stesso tempo incoraggiano gli altri a non farlo. Ho discusso con miei colleghi sul dovere o meno dei lavoratori di vaccinarsi e la maggior parte insiste sul fatto che la vaccinazione é una decisione, che fa parte della libera scelta della persona. Non condivido: volenti o nolenti sul vaccino, é una responsabilitá sociale non contagiare gli altri. In altre parole, posso pure essere libero di vaccinarmi o no, ma tale libertá cede di fronte alla necessitá di salvaguardare la salute della comunitá tutta.
Gli ultimi fatti di Roma con l’attacco alla sede della CGIL e a Montecitorio al grido di “no green pass, no vaccini”, sono stati collegati a determinate ideologie. Non sono un esperto sulle questioni politiche, ma la mia visione é che questa societá del benessere e dell’eccesso sta dando vita ogni volta di piú a una generazione di giovani, priva di ogni senso della solidarietá e di ideologie di sostegno. Che poi altri se ne approfittino per portare l’acqua al loro mulino, é un altro discorso.
Vedo in questi movimenti di ribellione la rabbia di tanti giovani che non riescono ad inserirsi nella societá in cui vivono. E’ la stessa rabbia di chi riga con una chiave una macchina o chi sporca con l'aerosol le pareti di un museo con graffiti insolenti o chi incendia un contenitore della spazzatura..
Gli anti-vax sono in primo luogo “anti-tutto” e va rilevato che questo fenomeno non é solo italiano. L’ho osservato anche in Francia con la situazione dei “gilets jaunes” (i cosiddetti giubbotti gialli), cioé quel movimento di protesta nato sui social networks nel novembre del 2018, che ha provocato manifestazioni e scontri duri con la polizia. In quel caso fu l’aumento della benzina, nel nostro é l’opposizione al vaccino, ma la rabbia é la stessa.
Qualcosa di simile é accaduto in Chile lo scorso anno, dove si sono ripetuti episodi gravissimi di disordine, al limite della legittimitá, promossi da non ben identificati movimenti “popolari” di radicale estremismo (non chiaro se di destra o di sinistra). Chile, il modello economico della regione fino a poco tempo fa, é stato preda di numerosi gruppi concertati anti-sistema, che hanno incendiato chiese, supermercati e negozi dei quartieri piú popolari.
Vedo gli anti-vax come un movimento trasversale, unito dal una visione anarchica, non accompagnata da ben definite idee: gli anti-vax italiani parlano di “progressiva destrutturazione del potere dello stato” e della necessitá di una “ricostruzione del sistema istituzionale al servizio del cittadino”, ma senza chiare definizioni ideologiche e pratiche. L’attacco alla “dittatura sanitaria” é il pretesto per urlare contro una serie di fattori – la disoccupazione, gli emigranti, lo sfruttamento del lavoro nero, la pubblica sicurezza, la droga e la criminalitá – che fanno paura a scala mondiale. Da una parte i “politici illuminati” promettono risolvere rapidamente i problemi della societá; dall´altra i giovani urlano la loro rabbia verso un sistema che li va emarginando.
Ritengo che la pandemia ha accelerato una grave crisi mondiale, di cui questi gruppi – in paesi diversi – sono l’espressione di un odio costruito nella insoddisfazione collettiva di una societá del consumo, che a tutti promette, ma che poi nega alla maggioranza.
La ribellione degli anti vax non é solo follia di pochi: é un sintomo di una societá malata. Se da una parte, ovviamente va arginata la ribellione degli anti sistemi, dall'altra é necessario capire e approfondire le cause della malattia.
Ricordo un film interessante di Bergman – “L’uovo del serpente” – che si svolge in una Berlino del 1923 e mostra i primi sintomi del nazismo ascendente, a cui pochi davano retta. Attenzione a non sottovalutare i sintomi!
Mentre scrivo, penso a tanti adolescenti attaccati allo schermo di “you tube” o del telefonino, attratti dalle piú insolite offerte pubblicitarie di prodotti costosi, ai quali pochi potranno accedere. Dalla frustrazione profonda di questi adolescenti alla rabbia degli anti-tutto il passo non é poi cosí lungo.