di Alessandro Camilli
Chi comanda, chi governa, chi decide, chi ha il potere in Italia? Dipende, quale Italia, di quale Italia parliamo? Una interessante rilevazione e comparazione pubblicata dal Corriere della Sera mostra come di Italie politiche e istituzionali ve ne siano tre. Quella delle Regioni che è sostanzialmente in mano e a guida della destra. La maggioranza quantitativa e qualitativa dei governi regionali sono della coalizione Fdi, FI, Lega. Ma all'interno di queste Regioni le città, soprattutto le grandi città e in maniera crescente man mano che i centri urbani risultano più grandi, i governi cittadini sono in maggioranza, anche qui quantitativa e qualitativa, in mano alla sinistra. L'Italia delle Regioni è figlia di consultazioni elettorali in cui vincente, anche se non totalmente dominante, è la destra. L'Italia delle città e dei Comuni è figlia di consultazioni elettorali in cui vincente, anche se ovviamente non dovunque, è la sinistra.
Il Parlamento, Camera e Senato, è a sua volta figlio di altra madre elettorale: il 2018. Quando M5S ebbe il 33 per cento dei voti e la maggior rappresentanza in numeri sia alla Camera che al Senato. Insomma i parlamentari M5S nel 2018 entrano come il gruppo più numeroso, quello che nei fatti comanda in Parlamento.
In tre anni la grande legione di parlamentari M5S ha perso quasi uno su tre dei suoi elementi. Non sono spariti, sono passati altrove ma sempre in Parlamento stanno. Nonostante questo rilevante assottigliarsi, i gruppi parlamentari M5S sono ancora oggi numericamente tali da condizionare ogni scelta. Sapessero bene cosa vogliono fare, potrebbero tentare di farla. Soprattutto sono, già da soli, abbondantemente minoranza di blocco. Insomma la terza Italia, dopo quella delle Regioni e quella dei Comuni, l'Italia di Montecitorio e Palazzo Madama mostra una geografia ed orografia politica ancora diversa da quelle, già diverse tra loro, delle altre due Italie.
Tre mappe politiche per tre Italie diverse e a governare da Palazzo Chigi un signore che non si sa cosa vota, non viene da un partito, non appartiene ad uno schieramento...Tra le altre non poche cose che lo hanno portato a governare l'Italia, di certo anche questo non essere riconducibile a nessuna identità o militanza politica. Draghi è al governo soprattutto perché è la garanzia vivente per la Ue che ci finanzia o presta 200 miliardi e per i mercati internazionali che stavolta non si fanno spaventare dal debito pubblico italiano. Ma con lui presidente del Consiglio le mappe del chi comanda e del potere politico diventano quattro. Non ci facciamo mancare nulla, neanche questa poliedrica, articolata, caleidoscopica e mossa e...anche un po' incasinata mappa dei quattro poteri quattro.