Boss, mogli e figli di assassini e trafficanti di droga: 109 mafiosi e loro parenti che per mesi hanno percepito illecitamente il reddito di cittadinanza. Addirittura con importi dai 1.200 ai 16mila euro per nucleo famigliare, per oltre 900 mila euro complessivi.
Tra coloro che nel 2020 e nei primi mesi del 2021 hanno chiesto e ottenuto il reddito di cittadinanza c'era anche il boss 53enne esponente di spicco del clan Cannito-Lattanzio di Barletta. Già condannato per associazione mafiosa e tentato omicidio, oltre ai famigliari di mafiosi ai vertici di quasi tutti i gruppi criminali baresi. Come quello he sta scontando una condanna all'ergastolo perché mandante dell'omicidio di Giuseppe Mizzi, il 39enne vittima innocente di mafia, ucciso per errore nel marzo 2011 a Bari.
I militari, in collaborazione con le direzioni provinciali dell'Inps, hanno analizzato le posizioni dei soggetti gravati da sentenze di condanna definitiva per reati di mafia e quelle dei loro famigliari. Accertando così che 37 condannati e 72 loro parenti per mesi hanno percepito indebitamente il sussidio. Omettendo di comunicare le condanne ricevute nel decennio precedente alla richiesta del Reddito, come prevede la norma. Oltre al sequestro penale, gli esiti degli accertamenti sono stati comunicati all'Inps per l'adozione dei provvedimenti di decadenza o di revoca dei benefici illecitamente erogati.