di Lucio Fero
Sindacati, stavolta rappresentano e interpretano davvero (quasi) tutti, di certo la maggioranza delle forze politiche e della pubblica opinione. I sindacati vogliono si vada in pensione a 62, come e anzi di più di quanto è avvenuto con Quota 100 che scade a dicembre. Vogliono i sindacati pensione a 62 anni per lavori gravosi e gravosi è qualifica che non va negata quasi a nessuno. Vogliono pensione a 62 anni per le donne, per i lavoratori precoci, cioè per coloro già al lavoro in giovanissima età. E pensione a 62 come uscita garantita per tutti i settori e comparti e stabilimenti e aziende in transizione virtuosa verso digitalizzazione e sostenibilità ecologica o semplicemente per tutte le aziende in crisi e anche per quelle fallite, decotte, morte. Vogliono pensione a 62 anni e quindi respingono sdegnati quota 102 o 104 ipotizzata dal governo: significherebbe andare in pensione a 63 o a 64 anni!
Stavolta i sindacati rappresentano quasi tutti nel considerare la pensione a 62 anni un diritto procrastinato nel tempo. Un diritto andare in pensione a 62 anni e restarci in pensione per quasi un quarto di secolo (aspettativa di vita) dopo aver lavorato e pagato contributi per 35/40 anni. Non hanno capito, non vogliono capire che pensione a 62 anni è privilegio. Privilegio acquisto a spese e scapito di altri. Stavolta metterlo a carico di altri il privilegio è ancora più agevole: i soldi della prossima manovra di bilancio, secondo i sindacati e la gran parte dei partiti, sono soldi della Ue. E costume e cultura nostrane sono tali che i soldi pubblici o comunitari che siano sono soldi di nessuno. Quindi...
Se i sindacati e la Lega e il Pd non capiscono e non vogliono capire cosa sia la pensione a 62 anni e chi la paghi, M5S e Pd ancora non vogliono capire che Reddito di Cittadinanza è pessimo investimento e danno al mercato del lavoro e anche legno storto quanto ad equità sociale. Un sussidio pubblico e un reddito di sostegno per chi perde il lavoro e per chi si sta formando a nuovo lavoro sono utili, necessari, sacrosanti, giusta e buona cosa. Come anche un sostegno economico, temporaneo e condizionato, a chi non ha davvero reddito.
Il Reddito detto di Cittadinanza non ha nessuna di queste caratteristiche buone e giuste: non paga, finanzia e organizza la ricerca di lavoro, incentiva e premia il lavoro nero, è permeabile alle truffe, manca di controlli all'erogazione, manca di raccordi con il mercato del lavoro. Eppure M5S e Pd ottengono dal governo un rifinanziamento sicuro (spesa 2022 sopra 8 mld) in cambio di incerte promesse su maggior serietà nei controlli.
Anche qui non hanno capito e non vogliono capire che il 40 per cento scarso dei contribuenti che l'Irpef la paga davvero avrebbe diritto morale a vedersi abbassata l'aliquota che considera ricchi o quasi chi lavora per 2.500 euro netti al mese. Diritto morale a parte, meno tasse su lavoro è quanto richiede la salute pubblica dell'economia. Ma per portare giustizia ed equità e utilità fiscale, per abbassare davvero l'Irpef occorre non ipotecare e spendere miliardi per la pensione a 62 anni e per il Reddito Cittadinanza a pioggia
Non capiscono, non vogliono capire che Bce che compra tutto il debito italiano, tassi di interesse a zero, finanziamenti e prestiti con i soldi anche dei contribuenti degli altri paesi Ue durano una stagione che poi passerà. Non capiscono, proprio come quelle hostess ex Alitalia che si svestono in flash mob per dirsi tradite. A tradirle un'azienda, la loro, che volava perdendo un milione al giorno. A tradirle i loro sindacati, la loro organizzazione del lavoro, la loro produttività, la loro certezza che Alitalia sarebbe sempre stata pagata dai contribuenti. A tradirle la "pensione di Stato" ad Alitalia che pensavano fosse eterna. Non capiscono sindacati e partiti la stagione che stiamo vivendo, al punto da comportarsi in maniera tale da mostrare di aver fretta di farla passare.