Dopo il leghista Matteo Salvini, più volte “bacchettato” dai dem per le sue posizioni a metà strada tra maggioranza e opposizione, tocca ora a Giuseppe Conte (M5S) alzare la voce per difendere le misure identitarie del Movimento.

In un'intervista al Corriere della Sera, il leader pentastellato ha lanciato un vero e proprio monito al premier Draghi in vista della discussione sulla manovra: "Non staremo zitti e buoni, pretendiamo il rispetto degli impegni, non abbiamo firmato assegni in bianco" è stato il diktat. In particolare l’ex presidente del Consiglio mira a incassare l'ok al reddito di cittadinanza senza trascurare l'importanza del cashback.

Sullo sfondo, però, tiene banco la faida dei “grillini ribelli”. Come ha scritto, nei giorni scorsi, ilGiornale.it, l'ira nei confronti dell’ex titolare di palazzo Chigi è tale da poter spingere circa quaranta esponenti pentastellati a valutare il passo d'addio: una possibile fuga dall'ex premier, un esodo verso il gruppo Misto.